21/10/2010 11:05
Punto primo: chiarezza in società. Latte sa del nuovo proprietario può logorare il mondo attorno a Rosella Sensi, distraendo lo spogliatoio, disseminando curve e salot ti di aspettative, sballottando chi ama la Roma tra sogni, exit poll, speranze con crete, fantasie. Fioccano offerte da ogni angolo del pianeta, garantiscono i più au torevoli fogli finanziari, ma finché non sa rà noto il volto nuovo del club, sarà diffi cile rimanere impermeabili alle voci che mescolano gossip e trattative. La distra zione, sia chiaro, non è causa dei mali ro manisti, ma può essere tranquillamente concausa, e comunque tra scinarsi nel dubbio non gio va, la chiarezza può diventa re prima pietra del rilancio.
Punto secondo: la forza del gruppo. Sostenere che non esistano problemi inter ni, che non si allunghino crepe grandi o piccole a Tri goria, significa ignorare re centi scintille, dimenticare che Ranieri stesso ha senti to il bisogno di confrontarsi sulla fiducia, cancellare la denuncia di mercoledì sera sulle risposte che non riesce ad avere... Ora, proprio per ché cè stato un confronto interno da cui lallenatore è uscito rinforzato, non ha senso cavalcare la tentazione classica di simili contesti, ov vero disarcionare chi siede in panchina e confidare, chiunque sia, nella scossa del l'erede. Se ne riparlerà se la squadra con tinuerà a rotolare, approfondendo lidea Leonardo, ma questa è unaltra storia... Al momento, siccome il feeling resiste (ma gari con qualche cerotto) ma le risposte davvero latitano, i ragazzi devono provve dere in fretta a fornirle allallenatore e al la gente: sia che discutano criticamente scelte tattiche e tecniche, sia che debbano accettarle o persino subirle, vadano tutti in campo concentrati, grintosi, decisi. Per ché con la rosa di cui la Roma dispone, al di là dellopportunità di rimodellarla o rin giovanirla in prospettiva, basterebbero queste qualità 'operaie' per non perdere 1-3 col Basilea... O anche per perdere, ma in modo diverso e dignitoso: nessuno nega la sfortuna della ripresa, ma rimane imper donabile labulìa del primo tempo. I calciatori del campionato scorso non possono essersi imbrocchiti, oltretutto cè il valore aggiunto di Borriello, e allora per ritrovar si devono... ritrovare solo carattere e co raggio. A somiglianza di Ranieri, per una volta inteso non già allenatore, ma antico combattente dellarea di rigore: un attac cante che sinventò terzino e scelse di mangiare polvere e palloni pur di restare aggrappato al grande calcio.
Punto terzo: il coraggio di cambiare. Con la stessa sincerità con cui si chiede di stringersi attorno a Ranieri, a Ranieri si chiedere di rivedere con onestà certi as siomi. A costo di violentare idee profonde, programmi estivi, convinzioni nette; a costo di smontare impianti su cui si preferirebbe insi stere; felice di arrovellarsi nellimbarazzo quando pas serà londata degli infortu ni. Un esempio: Borriello vola, segna, piace, convince, anche se purtroppo non sempre basta; e Totti splendido con il Genoa, a galla nella notte nera di Champions - scopre una nuova vita felice anche se deve rinunciare a qualche gol. Ebbene, nonostante questa felice alchimia, guai finire per accantonare Vucinic, pensare al suo rientro come alternativa preziosa e non come punta di diamante aggiunta. Sa rebbe opportuno rimpastare la formazione per fargli posto, studiare una formula che consenta a tutti e tre i campioni una convivenza equilibrata, ridisegnare la Roma approfittando anche della duttilità straor dinaria del montenegrino.
Tre punti da tenere a mente per reagire davvero, rispettare un obbligo verso chi ama la Roma: obbligo sincero perché as sunto da quanti - dirigenti, tecnici, calcia tori - amano la Roma quanto i suoi tifosi. Non c'è trappola dialettica, luogo comune o frase fatta: si tratta solo di non perdere più tempo.