Mezzogiorno di Roma? La prima volta negli Anni 50

22/10/2010 12:41

L’unica cosa che mi riesce di associare a questo orario è il ricordo del grande Corrado Mantoni e del suo “Il Pranzo è servito”. Dubito però, che ai lettori di questa testata possa interessare quante banconote da 100 facesse guadagnare aggiudicarsi un primo o un dolce in quelle ormai lontane mattinate.

Così, prima di rinunciare all’ingrato compito ho contattato l’ internet umano delle cose giallo-rosse, Fabrizio Grassetti, che con una scrollata di spalle in un minuto mi ha fornito due tracce per lo svolgimento della mia indagine: «Ricordo che giocammo a mezzogiorno o giù di lì, contro il Verona, nel 1957 … comunque controlla, sono certo che segnò Giuliano. Giocammo a quell’ora perché in seguito c’era un altro impegno, forse una manifestazione religiosa con la presenza del pontefice, non ricordo bene. L’anno dello scudetto della (1955/56 N.d.R.), invece ci toccò anticipare perché il campo del era squalificato e quindi, dopo Roma – Atalanta, gli spettatori sugli spalti potettero assistere a ».

Ascolto Fabrizio e fingo di mostrare che le sue parole hanno risvegliato in me assopite memorie, in realtà, si tratta di un’assoluta scoperta e dunque, preso congedo dal nostro illustre suggeritore, facciamo partire i riscontri incrociati.

Viene dunque fuori, che il 13 ottobre 1957, giorno in cui la Roma domava il Verona con le reti di Giuliano e l’autorete di Tesconi, lo stadio Olimpico ospitava un evento di atletica leggera. Vladimir Kuts, stabiliva il record del mondo sui 5000 metri (13:35.0). Cerco altre curiosità legate alla gara con i giallo-blù e scopro che quel match “con pranzo al sacco”, vide anche il debutto nel campionato italiano di tale Emanuele Del Vecchio. Del Vecchio giunto al Verona nientemeno che dal Santon, aveva dovuto abbandonare il team brasiliano quando un giovanotto di belle speranze, un certo Pelé, gli aveva rubato il posto da titolare.

Ci spostiamo al 31 dicembre 1955, la Roma liquida per 3-2 l’Atalanta grazie alle reti di Galli e Ghiggia e all’autorete di Corsini (l’autogol a favore è una costante che fotografiamo senza andare oltre ..). La gara, passa però alla storia per il tremendo infortunio che pone fine alla carriera del nerazzurro Rasmussen. A lungo, di quell’incidente, venne ingiustamente incolpato Amos Cardarelli, che nel corso della gara aveva avuto più di un diverbio con lo sfortunato danese.

Inutilmente lo stesso Rasmussen, da Copenaghen, tentò di discolpare il difensore giallo-rosso che incredibilmente, ancora oggi, è indicato da alcuni siti internet come l’autore del fallo che ha rotto tibia e perone a “Rassi”.

Anche nel match tra e
, che seguì Roma–Atalanta, ci fu spazio per tanta Roma. Nelle file dei partenopei c’erano infatti Pesaola e Tre Re, capitano della resurrezione in serie A , in panchina Amedeo Amadei. Dall’altra parte della barricata, un certo
. Le due gare, disputate di sabato, inaugurarono le dirette TV dedicate al massimo campionato italiano. Sostanzialmente,
anche negli Anni 50, la televisione la faceva da padrona e il palcoscenico dell’Olimpico era una vetrina impossibile da lasciarsi sfuggire.