Mirko in pole. Vucinic si candida: «Roma, ci penso io»

23/10/2010 12:25

Recita a soggetto Ranieri si è sorpreso («Se parla pure Mirko...»), del resto tutta la mattinata è andata avanti a confronti «costruttivi». Ma ha apprezzato, d’altronde tra i due il rapporto è stato sempre franco. E, chissà, deve essere stato in quel momento che pure l’allenatore si è convinto della necessità di dare una marcia in più ad una squadra lenta, prevedibile, depressa. Alla Roma serve una scossa, un brivido, un colpo d’ala. Una variazione sul tema. Una recita a soggetto che unisca copione e improvvisazione. Uncalciatore con la stoffa dell’attore, un mattatore. Inevitabile, quindi, affidarsi a Mirko Vucinic, quasi papà (Alexandar in arrivo la prossima settimana). Con lui la squadra potrebbe ritrovare di colpo qualità, fantasia, accelerazioni e quel pizzico di follia che serve a osare, rischiare e uscire da questo pantano.

Compromessi Dentro Vucinic, fuori Perrotta. Ieri Ranieri ha provato il tridente, mail modulo di partenza dovrebbe restare il 4-4-2. Il montenegrino all’ala sinistra, gli si chiede di fare il doppio lavoro: spaccare gli avversari con i suoi cambi di ritmo, creare la superiorità numerica; e, quando attaccano gli altri, tornare ad aiutare il terzino. Ranieri non si sente defenestrato dopo il confronto con i giocatori. Piuttosto, sta scendendo a compromessi, per salvare capra e cavoli. Anche sulla necessità di richiamare la preparazione atletica. Lui è convinto che la Roma sia stata frenata da un blocco mentale, i giocatori gli hanno assicurato che le gambe non girano come dovrebbero. La prossima settimana, se servirà, correggerà il tiro degli allenamenti.

Al momento, sono altri i dubbi che deve sciogliere. Insistere con Riise o lanciare Castellini? Riaffidarsi a Julio Sergio o dare un’altra partita a ? Portarsi a Parma o lasciarlo a Trigoria? Il centrocampista anche ieri non si è visto sul campo, maper carisma e attaccamento non vorrebbe restare fuori in un momento tanto delicato. Stamattina farà il provino decisivo, dopo il pranzo delle 9.30: riso e caffellatte. Sono strani giorni, del resto.