Oggi però potrebbe toccare a Mexes

24/10/2010 11:26

tra i meno brillanti martedì scorso contro il Basilea, e schierare al suo posto Philippe Mexes. Il francese
nella sconfitta contro gli svizzeri non è stato certo tra i migliori in campo, ma ha fatto vedere di stare leggermente meglio rispetto all’argentino e in questo momento Ranieri non può andare troppo per il sottile: dalla gara col Parma in avanti giocherà chi starà più in forma, a prescindere dal nome scritto sopra la maglia. Secondo questa logica il francese sembra in vantaggio per una maglia da titolare. Se dovesse essere così, sarebbe una bella soddisfazione per Philippe che in questo inizio di stagione ha vissuto più di un momento delicato. Praticamente dal primo giorno di ritiro a Riscone di Brunico per lui non c’è mai stata pace. Prima le voci di mercato sul suo conto, poi le ripetute “uscite” estive di Ranieri in favore di Burdisso (che sicuramente non lo hanno fatto sentire un giocatore indispensabile per questa squadra), in seguito l’infortunio con la Nazionale, e infine il fattaccio di Brescia che gli è costato tre giornate di (poi ridotte a due). Insomma,
quella che doveva essere la stagione del suo definitivo rilancio sta diventando quella dei punti interrogativi.
 
Un peso importante sul suo umore e sul suo rendimento l’ha avuto sicuramente la questione-contratto,
in scadenza il 30 giugno. Nel ritiro precampionato si era cominciato a parlare del rinnovo e la cosa gli aveva
fatto parecchio piacere tanto che Phil si lasciò andare ad una dichiarazione che aveva fatto felici tutti i tifosi
romanisti: «State tranquilli – aveva detto – perché alla  non andrò mai». La formazione juventina si
era mossa pesantemente per averlo, ma lui rispose in quel modo perché era sicuro del suo futuro romanista.
Poi c’è stata la questione-Burdisso, che un po’ di certezze gliele ha tolte. E infatti alla prima convocazione
in Nazionale ha rilasciato un’intervista, nella quale lanciava una sorta di ultimatum alla società giallorossa,
che all’interno della Roma non ha fatto piacere a nessuno. Tantomeno a Claudio Ranieri che in conferenza
stampa disse: «I giocatori devono ricordarsi che quando vanno in Nazionale sono figli della Roma e non figli
dei fiori». A Brescia il punto più basso (quello più alto è stato il gol col Cluj) della stagione: l’espulsione (assolutamente immeritata, come hanno dimostrato tutte le moviole del pianeta) da parte dell’arbitro Russo gli ha fatto perdere letteralmente la testa. Il suo pianto a dirotto al momento dell’uscita dal campo, però, è stato
un momento di grande amore verso i colori giallorossi e ha ricordato le lacrime in panchina dopo Roma-
Sampdoria dello scorso anno. Lacrime da romanista, sperando siano le ultime. Le prossime, magari, saranno di gioia dopo la firma sul rinnovo del contratto o dopo aver alzato un trofeo importante con la Roma.