Roma in retromarcia

04/10/2010 10:25

Adesso c’è da preoccuparsi sul serio, sfruttando la sosta per chiedere a Ranieri che cosa c’è che non va. Perché la Formula Uno va in giro per l’Italia con il freno a mano tirato, incerta e balbettante. Timorosa, non regge nemmeno al minimo. Fragile fisicamente e psicologicamente. E confusa tatticamente: si adatta all’avversario, sempre incudine e mai martello.

Così il , dopo 13 anni e 5 mesi, supera la Roma e vince la sua prima gara casalinga in questo torneo: 2 a 0, risultato ampiamente meritato che evidenzia tutti i limiti giallorossi. Troppi. Disorientati dirigenti e giocatori.

Che Ranieri non sia lo stesso del campionato scorso si era capito da tempo, da quando si spaventò per il fantasma di Lippi che era solo un ricordo della brutta avventura a Torino o quando si inventò la pretattica per ingannare Malesani. La Roma, rispetto alla stagione passata, sta andando a marcia indietro. Serve un’inversione, chiara e decisa. Per non evitare sorprese. Rosella Sensi sta pensando a come intervenire, ma comunque considera competitiva la rosa: 28 i giocatori. Se poi non sono quelli che piacciono a Ranieri, è bene che si sappia. E si chiarisca, in pubblico. Le scorciatoie e i bluff di parola non servono più.

I numeri, dicevamo, inchiodano la Roma: in nove partite ufficiali, cinque sconfitte su cinque viaggi e comunque sei in nove incontri ufficiali, come sei sono i moduli utilizzati dal tecnico che, a questo punto, ancora non sa quale sia il meglio per questi giocatori.

Al San Paolo, tanto per cambiare, ecco il 3-5-2. Ranieri, per vedere riflessa sul campo la Roma più compatta che ci sia, prova a mettersi a specchio con il di Mazzarri e, come nel campionato scorso, qui al San Paolo torna alla difesa a tre. L’immagine, però, è distorta. Dunque, bruttissima. Senza Mexes, il terzo marcatore è Cassetti. Proprio ripercorrendo la strada dell’ultimo viaggio nella à partenopea, inserisce sulle fasce due terzini: a destra Cicinho, decente solo nel primo tempo, e Riise, ancora in ritardo. Nel centrocampo a cinque, il mediano centrale è , a fare il terzo stopper, i due intermedi Pizarro, da regista decentrato, e Menez, imprigionato in una zona per lui insolita. Le punte sono e Borriello: a turno, vanno incontro ai compagni per far salire la squadra. Il capitano fa poco, il centravanti tiene palla, ma nessuno lo aiuta.

L’atteggiamento prudente della Roma invita Mazzarri a usare le tre frecce in posizione diversa dal solito: Lavezzi sale spesso sulla stessa linea di Cavani, Hamsik, pur partendo dietro ai due, a volte si fa trovare più avanti. Incredibilmente il , con Dossena e Lavezzi, spaventa subito i giallorossi in contropiede. Vuol dire che l’assetto studiato da Ranieri vacilla. Poche emozioni, le squadre si aspettano: Riise si pappa un gol, stop e sinistro in curva su cross di Cicinho, è fantastico con una gamba su Hamsik, Borriello di testa, palla sporcata da Cannavaro e intervento in recupero di . Sarà l’unica parata del partenopeo. Perché la Roma nella ripresa getta la spugna. Si ricomincia con Brighi per Menez, ma il muro non regge. è bravo su Cavani, ancora in contropiede, a sinistra Cassetti e Pizarro ammoniti, non fermano nè l’uruguaiano nè Dossena. Dall’altra parte Riise e Brighi sono divorati da Lavezzi e Maggio. Il gol è nella pancia del San Paolo. Ranieri a metà tempo interviene: dentro Vucinic. , sempre a digiuno, capisce che tocca a lui e si incammina, ma a uscire è Borriello: sorpreso, si adegua. E’ il secondo cambio che non convince. Dossena arriva sul fondo e Hamsik di forza segna l’1 a 0 al ventisettesimo con che quasi fa il miracolo. La partita è chiusa. Il messaggio alla squadra lo invia Ranieri che persevera: Rosi per Cicinho. A destra affonda Campagnaro, Juan devia alle spalle di : 2 a 0 al trentottesimo. Il chiude con il torello, ultima umiliazione del pomeriggio sul Golfo.