Roma, pasto in bianco

25/10/2010 11:09

La difesa che non prende gol, come alla prima giornata contro il Cesena, e non è più la peggiore della serie A, diventa notizia di primo piano; le punte che fanno cilecca, invece, non è buon segno. In una gara del genere, in cui comunque la Roma ha sempre in mano la partita, come conferma la superiorità in entrambi i tempi nel possesso palla, le individualità giallorosse, migliori di quelle del Parma, avrebbero dovuto fare la differenza. Quando manca il gioco, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, almeno i singoli hanno l’obbligo di lasciare il segno.



Ranieri, in questo senso, ha poche responsabilità, mentre ancora una volta non convincono i suoi interventi, le sostituzioni: chiude la gara con un reparto offensivo con Borriello e Okaka davanti e Simplicio e Baptista sui lati. , Borriello, Vucinic e più tardi anche Baptista e Okaka, insomma, sparano a salve. Anzi proprio non spaventano nessuno, in alcuni casi precipitosi e arruffoni, in altri egoisti. Il capitano non si accende e resta a digiuno pur essendo ora di pranzo, il montenegrino è svogliato e l’ex milanista non trova l’ispirazione pur avendo la possibilità di giocare tutto l’incontro, privilegio riservato a chi, da quando veste giallorosso, ha il gol facile. E nemmeno il brasiliano e il ragazzino incidono, anche se Okaka fa un l’unico tiretto che permette a Mirante di prendere una valutazione in una gara vissuta interamente da spettatore.

La Roma del Tardini è inedita. Ranieri la pensa in una maniera ma deve per forza presentarla in un’altra. Più offensiva, perché Perrotta resta a casa con il febbrone: ecco il tridente, mai visto dall’inizio nelle precedenti undici gare, con Vucinic largo a sinistra nel 4-4-2. Ma la formula non piace al tecnico che nell’intervallo lascia negli spogliatoi , dentro Simplicio nel , e dopo sette minuti della ripresa fa uscire pure Vucinic, al suo posto Baptista. Nel riscaldamento, però, cede ancora il muscolo del polpaccio di Taddei. Il brasiliano, annunciato dallo speaker tra i titolari, finisce in tribuna. In campo, a destra, c’è Cicinho. Fuori ruolo, ma anche l’unico in grado di stare sulla fascia destra, insieme con Rosi, inizialmente escluso anche dai diciotto.



Come previsto Burdisso senior, dopo lo scontro di mercoledì con l’allenatore, finisce in panchina: segnale al gruppo che anche il pupillo argentino, fortemente voluto in estate e strapagato al fotofinish, può essere accantonato. Tra l’altro Mexes, il sostituto, gioca una fior di partita e nella ripresa è il miglior attaccante, con una girata spettacolare finita fuori, su corner di Pizarro, e un’altra conclusione che termina sopra la traversa, sempre su appoggio del cileno dalla bandierina.

Ranieri chiede alla difesa di accorciare il campo: è più alta e abbastanza attenta. Il Parma, con il suo , non crea pericoli, a parte un tiro da fuori di Marques che alza in angolo e una chance dello stesso spagnolo che spara in curva, nonostante sia solo davanti al giallorosso su cross di Gobbi. Pizarro è infinito, per qualità e determinazione.



Ma è il carattere che spinge la Roma all’assalto nella ripresa. Con il , Simplico trequartista, e a seguire con Baptista a sinistra al posto di Vucinic. Fuori anche Cicinho nel finale, per tornare con Okaka al 4-4-2. Entrano Crespo e Giovinco, ma in contropiede la Roma ha la palla da tre punti: Baptista, però, ignora Okaka e Borriello liberi, appoggiando a Simplicio che è in ritardo. I tifosi, delusi e stufi, fischiano: c’è solo da capirli. Altri mille chilometri macinati per niente o quasi, quanto vale il primo punto esterno stagionale.