Roma, solo il tridente paga

08/10/2010 10:52




TRIDENTI -
In campo ne abbiamo visti undici. Il più gettona to, si fa per dire, è stato quello composto da Borriello, Me nez e , i tre insieme han no giocato la bellezza, e pure qui si fa per dire, di 215 mi nuti complessivi, poco più di due partite intere. Quattro le gare in cui sono stati impie gati: Cagliari, , la sfi da di campionato con l’Inter ( con il record di 76 minuti insieme) e . Il secondo tridente più utilizzato vede ancora protagonisti Menez, con l’aggiunta di Vuci nic, in campo comunque per meno di due partite intere. Il resto sono scampoli di gare in untourbillonche vede coinvolti anche Okaka e uno Julio Baptista che se solo avesse deciso di dire sì alle offerte turche, a quest’ora se ne starebbe sul Bosforo a se guire il nostro campionato da lontano. Le uniche due partite vinte in questo tor mentato inizio di stagione, sono comunque legate alla presenza di due tridenti in campo, Borriello, Menez e Vucinic per l’uno a zero all’In ter determinato da una capocciata in tuffo del giocatore montenegrino; Adriano, Borriello e nel successo in sul Cluj che, a essere sinceri, è arrivato nel mo mento in cui Ranieri ha mandato in campo tre punte cen trali in un assetto tattico che, a freddo, può essere conside rato una follia.



COPPIE -
In questo continuo cambiamento del reparto offen sivo, in qualche occasione avvenuto più di una volta anche nel corso della stessa partita, i numeri dicono che quando la Roma gioca avendo in campo soltanto due giocatori d’at tacco, la vittoria resta una chimera. In questo caso l’accop piata più utilizzata ha visto in campo Borriello e , uti lizzata contro (21 minuti), (22 minuti) e In ter (appena 11 minuti), sommando fanno una partita e mez zo. Abbiamo poi visto -Vucinic con Cesena e (per complessivi 37 minuti), Borriello-Menez (45 minuti) con Cagliari e Bayern, Borriello-Baptista (27 minuti, Ca gliari).



SCELTE -
E’ vero, come ha detto molto chiaramente Ranie ri, che l’abbondanza non è mai un problema per un allena tore, semmai lo è per i calciatori, ma è altrettanto vero che con questi continui cambiamenti, il rischio è che la squa dra, a partire dagli stessi attaccanti, rischi ogni volta di do ver pensare a come deve giocare, perché un conto è avere in campo Borriello, un altro Vucinic, un altro ancora o Adriano. E’ evidente che questa mancanza di scelte più o meno definitive, non può che essere figlia legittima di una Roma che in nove partite si è schierata in campo con sei moduli diversi (più il rombo a centrocampo). Non sarà il ca so, almeno per uscire da questa situazione che certo non è straordinaria, di scegliere un modulo e i suoi interpreti? Peggio, francamente, non crediamo possa andare.