Sawiris: «Unicredit ha detto no, ma insisto»

13/10/2010 09:58

Avevo raggiunto - spiega in un’intervista al canale satellitare "Nile Live" - un accordo sulle condizioni della vendita della società con i dirigenti della banca. Ma all’ultimo momento loro si sono tirati indietro senza motivo e l’affare è sfumato a causa del rifiuto italiano». Sfumato del tutto? Sawiris dice di no: «Noi siamo il principale sponsor di questo club (Wind, ndr) e io resto fedele ai miei intendimenti, se gli italiani accetteranno di vendere». Gli italiani. Ovvero, Unicredit. Nel pomeriggio, la banca si è rifiutata di rispondere al magnate egiziano. «Non commentiamo la notizia», spiegavano fonti interne a Piazza Cordusio. Aggiungendo, al

"Romanista": «L’iter di vendita è quello noto». In sintesi, dunque: adesso saranno inviati gli info memorandum con i dettagli sulla società a quella ventina di soggetti interessati al club. Poi si aspetteranno delle risposte. Le ormai note offerte non vincolanti. Torniamo però alle dichiarazioni di Sawiris. Il "no comment" di Unicredit non

consente di rispondere a una serie di interrogativi. Domande che non si pongono solo i tifosi. Ma pure gli investitori, perché ieri il titolo As Roma ha guadagnato il 6,05% a 1,14 euro. Esempio. Ci si chiede perché, se c’è Sawiris, e quindi un soggetto disposto a offrire una cifra "x" per comprare la società, non possa essere intavolata una trattativa. Le difficoltà sono legate a problemi tecnici, valutazioni discrezionali oppure ci sono delle pressioni politiche? Non si sa. A dispetto delle raccomandazioni della Consob, che vigilando sull’andamento del titolo pretende chiarezza, non esistono comunicazioni al mercato, come invece accadeva in passato quando era la famiglia Sensi a dover dare delle risposte. Ricordate? I comunicati di As Roma o Compagnia Italpetroli cominciavano tutti così: «Su espressa richiesta della Consob, si chiarisce che...».

 

Una fonte finanziaria ricordava ieri come il processo di vendita dell’As Roma si sarebbe dovuto concludere il 30 settembre. Laddove per processo di vendita si intende la costituzione di Newco Roma, la società che controllerà l’As Roma fino a quando non sarà ceduta e che, una volta costituita, dovrà essere scissa dal patrimonio di Compagnia Italpetroli. Perfetto. Fino a ieri gli avvocati dei Sensi e quelli di Unicredit non conoscevano ancora il giorno in cui sarebbero dovuti incontrare per questi adempimenti. Non esisteva (non esiste) una data ufficiale per la conclusione di Newco Roma. E non esisterebbe, almeno stando alle informazioni in possesso del "Romanista", nemmeno una data per la conclusione di questo processo di vendita. C’è chi sostiene che potrebbe ultimarsi il 3 novembre, con le offerte non vincolanti. Ma il ragionamento che hanno fatto spesso in questi giorni Rothschild e Unicredit è: se dovesse giungere un’offerta seria per l’As Roma a ridosso di un eventuale scadenza temporale, sarebbe assurdo non prenderla in considerazione.

Scarseggiano le certezze, quindi. Si sa solo che uno o due giorni prima dell’assemblea degli azionisti dell’As Roma, il 28 ottobre, la Sensi dovrebbe incontrare il numero 2 di Unicredit, Paolo Fiorentino. La banca dovrebbe farle un quadro della situazione. Dovrebbe. Perché secondo qualcuno, in questo momento, ci sarebbe stallo totale. «C’è calma piatta», commenta una fonte vicina all’accordo del 26 luglio tra i Sensi e la banca. Sì, ma c’è pure una certezza. Sawiris non se n’è andato. Non ancora.