17/10/2010 01:27
L'Olimpico in piedi per salutare Totti. Un'immagine da revival dopo un campionato che, fino a qui, lo aveva visto più che in penombra: nessun gol dopo sei giornate, qualche polemica con Ranieri, tante sostituzioni e persino le critiche di alcuni tifosi. Per la prima volta Totti si era sentito messo in dubbio. Una novità, almeno nella capitale. Anche Ranieri aveva inviato un messaggio indiretto: "Da ora in poi, tutti sullo stesso livello". A chiudere il cerchio, l'assalto notturno alla sua vettura. Si era difeso, Totti: "Se sono io il problema, mi faccio da parte". Ma dopo aver toccato il fondo, spesso sei costretto a risalire: lunedì il premio Golden Foot aveva offerto al palato del capitano romanista il sapore di una svolta. L'infortunio di Vucinic, poi, ha tolto ogni dubbio sulla sua presenza in campo contro il Genoa. Dove, finalmente, la Roma è tornata ad ammirare il miglior Totti. Già prima della gara, mentre la squadra si riscalda sul campo sfoggiando una t-shirt con la scritta "Bentornati 33", dedicata ai minatori cileni riportati in superficie nei gironi scorsi, dagli spalti piove più d'un coro per il numero dieci della Roma. Cori d'incitamento, che sostituiscono il brusio di perplessità ascoltato spesso nelle ultime uscite.
Dopo il fischio d'inizio, la luce si accende rapidamente: arriverebbe anche quel gol che manca dal 9 maggio. Ma una bandierina alzata con troppa fretta dall'assistente Ghiandai annulla, prima ancora di vederlo entrare in porta, il pallonetto di Totti. Che, però, non smette di produrre emozioni: qualche colpo di tacco, un paio di giocate di prima per smarcare Borriello e i dubbi sulla compatibilità con lui. Se Napoli aveva autorizzato a nutrire incertezze sull'intesa tra il capitano e l'ultimo arrivato, il Genoa spalanca le porte della convivenza. Manifesto del nuovo corso, l'azione con cui, al minuto 15 della ripresa, Totti serve a Borriello un pallone che il compagno spara sulla traversa: serpentina prolungata e assist tra le gambe di due avversari per servire l'attaccante. Una delizia che segue di sessanta secondi il piatto forte della serata, firmato Francesco Totti: pallonetto da sessanta metri, al volo e di sinistro, per sorprendere il portiere genoano Eduardo. La parata del numero uno non cancella il minuto di applausi che segue. "Un capitano c'è solo un capitano", è il coro che, stavolta, coinvolge tutto lo stadio. Una stretta di mano virtuale confermata dal sorriso al fischio finale, pur senza corsa sotto la Sud, senza lancio di maglie, senza applausi al pubblico. Se la Roma sia davvero tornata, è ancora presto per dirlo. Certamente, ha ritrovato Totti. Non certo una notizia da poco.