Tutto Ranieri, conferenza per conferenza

16/10/2010 11:39



Silenzio che non è stato rispettato dai tanti calciatori impegnati in questi giorni nelle qualificazioni europee con le proprie nazionali, e al quale lo stesso Ranieri non ci aveva abituati. Anzi, ripercorrendo le conferenze del tecnico giallorosso, di spunti ce ne sono sempre stati. Per questo in assenza di dichiarazioni "fresche", abbiamo voluto riproporre alcuni dei passaggi più interessanti delle conferenze di Ranieri in questa prima parte della stagione. Consapevoli che già lunedì, alla vigilia della gara di col Basilea, il tecnico tornerà a parlare perché obbligato dalla Uefa. Sempre lunedì la squadra sarà in ritiro, un ritiro che non sarà punitivo ma previsto dalle regole di Trigoria e che al massimo, in caso di sconfitta stasera col , potrebbe essere "allungato" di un giorno.



Anche perché Ranieri, sempre in una conferenza stampa (ma questa volta post-partita, a Brescia) sul ritiro ha espresso un concetto chiarissimo: «E’ una stronzata, non serve a niente». Lo stesso disse, senza usare le stesse parole ma facendolo capire, nel dicembre del 2005 Luciano Spalletti alla vigilia della gara col Basilea, che la Roma vinse. Poi ci fu la serie delle 11 vittorie consecutive.



TOTTI è il più grande giocatore italiano. Ce l’abbiamo, è il nostro capitano e ce lo teniamo stretto. Ha una corsia preferenziale, prima viene e poi tutto il resto. È il nostro campione, il nostro simbolo...ho letto che era contro di me, cose più assurde non potevano essere state scritte. Ho un rapporto leale e sincero con tutti i giocatori, figuriamoci con il mio capitano. Figuriamoci con chi è una vita che sta qua, ha subito mille infortuni per la sua squadra. Posso sbagliare, alcune volte a farlo giocare, alcune volte a non farlo giocare, alcune volte a levarlo, alcune volte a farlo restare in campo più del dovuto. Me ne assumo le responsabilità. Io sono il capo, sono il loro allenatore. Tutto quello che faccio lo faccio per la Roma, a fin di bene, può venir bene o può venir male.



LIPPI Stiamo vivendo un periodo difficile, ma ne ho passati tremila. Che pensate, che mi sono sempre fumato il sigaro in panchina? Io non devo replicare a nessuno, ci sarà tempo per parlarne. Io amo parlare di calcio, è il mio lavoro. Tutti quelli che cercano la polemica solo per il gusto di farla, per attirare audience, non mi piacciono. A me piace parlare di calcio, con chi sa di calcio poi. Sarebbe bellissimo. Non sono amareggiato, ormai ho una certa età, ero amareggiato molto di più quand’ero giovane. Non lo accetto, mi schifa, ma ci convivo. Sono da tanto nel calcio, c’è sempre qualcuno che si inserisce nell’onda. Ma la cosa non mi infastidisce, ho esperienza anche nell’affrontare questo, mi è capitato spesso, anche due anni fa ad esempio.



CONTRATTO Non sono assolutamente nervoso. Con la dottoressa Sensi non dico che ci parlo ogni giorno, ma più volte a settimana. Il mio contratto non è un problema e non sarà mai un problema. Andiamo d’amore e d’accordo, anche se c’è chi sostiene il contrario e lei (il Presidente Sensi n.d.r.) e la mamma sono l’uniche che mi hanno capito nelle mie interviste. Ho letto dai giornali che ho rapporti con Unicredit, io parlo sempre con la dottoressa Sensi. Non ho di questi problemi sicuramente.  Le vicende societarie sono chiare e noi dobbiamo pensare soltanto al campo e a far bene. I contratti arriveranno, non ho ansie di contratto, non l’ho mai avuta. Non ho mai pensato di andare via dalla Roma, più le cose sono difficili più sono motivato. Sto qui, nella mia à...non mi muovo. I dirigenti? Mi stanno tutti vicini, sia a me sia alla squadra, dal presidente a tutti i dirigenti. Ogni volta che c’è un problema cercano di risolverlo. Non mi posso lamentare del supporto che la società mi sta dando.



CAMPIONATO Io credo che l’Inter sia ancora un gradino sopra le altre. I bookmaker ci hanno dato solo al 10%, mentre all’Inter han dato il 68% in campionato e questi signori sbagliano poche volte. E’ aumentato il numero di squadre pretendenti alla zona . E noi dovremo competere con queste squadre. La lotta sarà sempre più forte e difficile. Conquisteranno le zone alte le squadre che reagiranno e supereranno indenni i periodi difficili, che a tutti prima o poi capiteranno. Lottiamo per la Uefa e per la , poi se qualcuno si sbaglia noi saremo là. Solo così possiamo fare un bel campionato, senno ci sarà da soffrire.



L’allenatore non è in difficoltà, sono i giocatori ad averle perchè devono capire che l’allenatore deve fare delle scelte e le fa solo per il bene della squadra. L’allenatore è in difficoltà solo quando non ha i giocatori disponibili, pronti e in forma o non ha addirittura giocatori. Lì l’allenatore è in difficoltà. Quando ce ne ha tanti, e sono pure bravi, qual è la difficoltà? Quella di sbagliare di un cinque per cento tra due calciatori? Le difficoltà ce l’hanno i calciatori che devono capire questo.



IL MODULO Mi dite che conosco solo il 4-4-2. Ma che ne sapete voi (riferito ai giornalisti n.d.r) della carriera di Ranieri? Voi vedete solo oggi, non vi ricordate ieri. Andatevi a vedere quello che ho fatto nella mia carriera, quanti moduli ho cambiato, dove ho vinto e con quali moduli ho vinto della mia carriera. Il modulo non conta, è solo una questione di testa.



LA ROSA Non escludo nulla, non ho mai escluso Simplicio, Cicinho, Baptista: io cerco sempre il bene della Roma, cerco sempre il bene di quei giocatori che non giocano e poi al momento giusto fanno grande la Roma, che non si sentono esclusi. Quei tipi di giocatori io li amo particolarmente.