Venditti: «Se ne esce tutti insieme»

27/10/2010 09:35

rimasto inchiodato ai suoi 193 gol. E che Vucinic potesse averne realizzato uno solo, per quanto importante. Si può essere pessimisti all’ennesima potenza, ma quello che sta capitando oggi alla Roma è roba che può succedere una volta in un secolo!».

Come stai vivendo questo momento?

Come tutti i tifosi. Guardando avanti con fiducia. E sapendo che non siamo certamente in un periodo fortunato. Con così tanti infortunati. Ma io, per natura, sono un ottimista. E aspetto sempre che la squadra esploda, e la situazione possa cambiare, radicalmente. Del resto, lo abbiamo già visto: quella con l’Inter è stata una bella partita. C’è già stata quindi una Roma migliore di questa. Mi auguro che torni quello spirito lì, e si mantenga poi stabilmente per tutta la stagione.

Come ti spieghi, alla luce del campionato scorso, una situazione così paradossale?

Credo che l’assenza, a turno, di tanti giocatori sia tra i motivi che possono giustificarla. E parlo di giocatori importanti. Perché magari ne recuperi uno, ma te ne viene a mancare un altro. E così a seguire. Non avendo mai l’organico titolare a disposizione.

Al di là delle assenze, ritieni che Ranieri abbia delle responsabilità?

Credo che lui stia tentando di sparigliare. Toglie e mette, a volte sbagliando, ma credendo sempre nei giocatori, anche quelli in panchina, altrimenti non li utilizzerebbe. Lo fa, pensando che la consistenza tecnica possa di volta in volta migliorare. Ma credo anche che, ormai, abbia provato ogni sorta di cambio. E dispiace che, purtroppo, il giocatore che poteva dare un po’ di equilibrio alla squadra, Taddei, si sia fatto male di nuovo. Anche perché avendo optato, quasi obbligatoriamente, per un 4-4-2 che consenta a Borriello e di coesistere, Ranieri si trova a non avere più esterni di ruolo per praticarlo.

E’ così. Sembra proprio quello che si dice un destino crudele. Ma noi dobbiamo credere nel fatto che il vento diventi di nuovo favorevole. Anche con un po’ di fortuna, visto che fino ad ora ne abbiamo avuta zero. Troppe le cose negative accadute alla Roma. Mi verrebbe da consigliare un viaggetto al Divino Amore. A volte mi auguro che un arbitro fischi un rigore in favore della Roma (fino ad oggi non ne è stato concesso neanche uno, ndr), solo per far sì che arrivi a quota 194 e spezzi finalmente quello che mi sembra un incantesimo. Un sortilegio. Se penso a quante volte l’ho visto sfiorare il gol nelle ultime partite...


Che effetto ti fa vedere squadre come il Lecce o l’Udinese sopravanzare in classifica la Roma,

o appaiarla come il Brescia e il Catania?


Il calcio non è matematica, ma esistono comunque dei valori oggettivi. E non posso pensare che vi siano davanti a noi squadre che non valgono certo la Roma. Tra l’altro, non mi sembra che anche le più forti stiano facendo chissà che. Anzi. Sono tutte lì, a pochi punti. E quando la Roma comincerà a dimostrare tutto il suo valore, basteranno magari tre vittorie per riprenderle.

Qual è il segreto, dunque, per uscirne?

Avere un atteggiamento positivo. Ovvero, non andare allo stadio come se si andasse incontro ad un incubo. E vale per i tifosi come per i giocatori. Che sono i soli che possono cambiare il proprio destino. L’importante è non abbattersi. Stavolta è andata male? Andrà meglio la prossima. Anzi, deve scattare il “ti farò vedere io”. Altrimenti, cade l’autostima e viene meno anche la convinzione, che serve sempre in campo. Tanto

per usare frasi fatte, mi viene da dire “aiutati, che Dio t’aiuta” o anche “la fortuna aiuta gli audaci”. Serve coraggio, per sconfiggere la paura. E voglia di aiutarsi, tutti, l’uno con l’altro. Quello che ci conforta è che li abbiamo già visti, all’opera. E quindi, perché non pensare che possano ripetersi? Serve fiducia. Da parte del pubblico verso la squadra. E dei giocatori verso se stessi. Bisogna ritrovare unità e compattezza. E quella

voglia di crederci, sempre. Fino all’ultimo.