09/11/2010 10:58
CORSPORT (F. PATANIA) -
Sè chiesto, e anche ieri se lo stava chiedendo entrando negli uffici della Rai in via Asiago, se avesse sbagliato sul rigore negato a Mauri. Sul campo non ha visto o non ha valutato da penalty la trattenuta di Riise. Avrebbe potuto sal varlo il guardalinee Cariolato, sbandierando il fuorigioco di Dias. Ma un errore non può cancellarne un altro, questo è il duro mestiere dellarbitro. Chissà quale risposta avrà trovato Emidio Morganti rivedendo il derby alla moviola, come ha fatto domenica sera, rientrando nella sua casa di Ascoli Piceno. Ha parlato con papà Giuseppe, ex arbitro. Ha riguardato la partita, ma è una prassi consolidata: «Serve per migliorarsi, lo faccio sempre » . Morganti, sullepisodio che può aver deciso il derby a favore della Roma, una chia ve di lettura esplicita non lha data, neppure a microfoni spenti, perché le regole del mondo arbitrale sono rigi de, impongono il silenzio e il giorno dopo ancora non si conoscono le valu tazioni dei vertici. E poi, a partita finita, non si può tornare indietro.«Il primo tempo mi sem bra di averlo bypassato bene, il secondo lho riguardato più attenta mente... » sè lasciato scappare con un sorriso. « Mi promuovo per limpegno» ha risposto subito dopo a chi gli chiedeva quale voto si sarebbe dato per il derby.
TORMENTO - Qualche dubbio gli deve essere venuto, questo si è capito. Nor male per un arbitro del suo livello, ca pace di mettersi in discussione. Molto meno semplice digerire le parole di Reja e dei giocatori della Lazio, chedopo il derby hanno parlato di condi zionamento. Morganti era dispiaciuto. E quando gli è stato chiesto duran te la presentazione del libro «Dirige Michelotti da Parma» cosa ne pensas se della moviola in campo, i riferi menti alle polemiche post-derby sono stati chiari.«La moviola è un mezzo. Sta a chi la utilizza sfruttarla in modo efficace per studiare i movimenti dei giocatori, le dinamiche delle azioni, migliorarsi. Ma la moviola non rappre senta la realtà dei no stri occhi in campo. E non credo che abbiamo occhi sufficienti per cogliere i milli metri o vedere alcuni episodi al limite. Poi esistono le interpretazioni: ognuna può essere diversa dallaltra. E vanno fatte nel rispetto dei ruoli». Sè sentito toccato dalle parole dei tesserati della Lazio. Ha proseguito: «Io parlo di terzietà degli arbitri. Esistela squadra A, la squadra B e larbitro. Non per essere protagonista, ma per dirigere. Bisogna credere agli arbitri, bisogna credere anche negli errori de gli arbitri. Non scappiamo dagli errori. Fa male la dietrologia, sentir paventare condizionamenti o sudditanze. Io questa settimana non lo ho let to niente, poi entri in campo e ti danno ad dosso... ».
FUORIGIOCO - Ieri è sta to un giorno quasi normale. La moglie è andata a Pescara per la voro. Morganti ha accompagnato a scuola i due figli, di 7 e 12 anni, poi è tornato a Roma per rispondere allinvito della Rai e di Michelotti, senza aver mai pensato di rinunciare, nonostante le tensioni post-derby. E qualcosa in via Asiago ha spiegato. La Roma, per esempio, aveva protestato per il gol annullato a Greco.«Non si era capitoin diretta il fischio sul fuorigioco di Borriello. Ma la spiegazione è semplice: il guardalinee, dalla sua posizione, non poteva vedere di chi era stato lultimo tocco del pallone. Me lo ha chiesto attraverso lauricolare, gli ho risposto Riise ( era circondato da Brocchi, Stendardo e Lichtsteiner, ndr) e così mi ha segnalato il fuorigioco. Ho fischiato quando Borriello stava già crossando, e con un po di ritardo, il guardali neeha alzato la ban dierina» .
INTERPRETAZIONI - Morganti ha difeso il lavoro degli arbitri. « Nel corso di una partita ci sono tante situazioni, se arriva un cross da si nistra e sei impallato da una ventina di giocatori è dura valutare. Un arbi tro darea può aiutare, ma resta pur sempre un uomo chiamato a interpre tare un episodio». Si riferiva al con tatto Riise-Mauri? «Parlo in generale» ha risposto Morganti, che sul campo o non lha visto perché coperto da trop pi giocatori o non lha valutato da ri gore come può accadere tante volte nelle mischie. Perché un conto è sul campo, un altro davanti alla moviola. E poi subentrano le interpretazioni: nellazione che porta al secondo rigore per la Roma, Baptista appog gia la mano sulla schie na di Lichtsteiner. E un contatto o una spin ta? La Lazio ha prote stato, per Morganti lazione non doveva es sere fermata. Ecco un altro episodio di cui sè discusso. Era il suo terzo derby romano, nelle prime due occasioni aveva vinto la Lazio (3-2 e 4-2).«Non ricordo i precedenti»ha sussurrato Morganti. Sorriso amaro. Fuori pioveva. Giusto il tempo per sa lire in macchina e tornare a casa. Derby finito. Si spera.