Rilancio Roma, rabbia Lazio

08/11/2010 09:56

La Lazio ha avuto forse il torto di avere privilegiato inizialmente, e per tutto il primo tempo, un atteggiamento di attesa, sfidando le iniziative della Roma per lasciare il segno in contropiede, senza però incidere realmente. La Roma aveva dovuto rinunciare a Juan, Pizarro, oltre a squalificato, nel riscaldamento ha rischiato di perdere Menez, per altro costretto alla resa dopo poco più di venti minuti. Ranieri ha chiesto particolari attenzioni, a e Perrotta, nei confronti, rispettivamente, di Hernanes, a lungo fuori partita, e Mauri. Metà gara da sintetizzare in due conclusioni fuori misura di Hernanes e Borriello. Però il giovane Greco, entrato per Menez e protagonista di una prova autoritaria, aveva quasi ripetuto l'impresa di Basilea, gol vanificato da una segnalazione del guardalinee che aveva visto, sbagliando, un fuorigioco di Borriello autore dell'assist. Subito la ripresa ha prodotto fuoco e fiamme. Lichtsteiner, che pure era stato tra i più attivi dei suoi, ha fermato con un braccio un di Simplicio diretto in porta. Limpido il rigore, meno la goffa trasformazione di Borriello, Muslera più sfortunato che colpevole. Da quel momento la Lazio si è ripresa il preventivato ruolo di protagonista, la Roma ha dovuto attestarsi quasi in barricata, in replica soltanto una traversa di Simplicio sul contropiede impostato da Greco e Riise. Primi malumori laziali verso Morganti, che stava arbitrando un po' all'inglese, ma senza demeritare, quando Riise ha abbracciato Mauri pronto a deviare in gol una punizione dalla sinistra. Sarebbe stato legittimo il rigore, una volta che l'assistente aveva ignorato un chiaro fuorigioco attivo di Dias. Foggia, entrato dopo Zarate a rinvigorire l'offensiva laziale, ha colpito una clamorosa traversa, ma subito dopo, a 3' dalla fine Julio Baptista, che aveva rilevato Borriello, con una spintarella ha indotto due difensori a scontrarsi in volo rimanendo a terra. Dias ha poi steso il suo connazionale, stavolta senza palpiti l'esecuzione di Vucinic a chiudere i conti, lasciando via libeera agli strascichi del dopopartita, con accenti polemici vivaci, a distanza tra Ranieri e Reja sulle interpretazioni di Morganti, poi il tecnico romanista ci sarebbe andato giù ancora più pesante in sala stampa per domande che riteneva di parte. Largo spazio, naturalmente, anche alle valutazioni degli opinionisti degli studi televisivi, immagini proposte e riproposte e pareri non proprio unanimi: sul gol di Greco invalidato, si è parlato perfino della punta della scarpa di Borriello oltre la linea dell'ultimo difensore.

Ammesso fosse vero, non si era detto che nei casi dubbi la bandierina doveva rimanere abbassata? Comprensibile l'irritazione dei laziali, che in altre situazioni si erano visti puntualmente puniti dai fischi (o non fischi) di Morganti, però a un osservatore neutrale riuscirà sempre difficile affermare che a decidere la partita siano state le decisioni arbitrali. Portano la Roma, i tre punti, a giovarsi di un'aria di classifica più respirabile, adesso però la voglia di riscossa va legittimata da una continuiità che una vittoria nel derby, gara sotto ogni aspetto fuori dalla normalità, non può ancora testimoniare, più attendibile verifica pretenderanno gli scontri di mercoledì con la e di sabato in casa . Sul piano individuale, alla Lazio è mancato forse l'Hernanes più ispirato, nonostante qualche spunto di grande eleganza, conferma per il buon momento di Ledesma e Mauri, Rocchi atteso invano a rinverdire la sua tradizione di eversore della Roma, produttivi alla distanza Zarate e Foggia.

Buona prova collettiva della difesa romanista, alla quale non è estranea la posizione di , lucido e tranquillo presidio centrale, bravissimo Greco, in crescita Simplicio, attaccanti da vertice nelle pagelle. Con una nota del tutto particolare per Mirko Vucinic, che a Roma qualcuno si diverte ancora a mettere in discussione, nessuno potrà negargli il ruolo di derbywinner.