Divieto Chievo, si muove la Roma

02/12/2010 09:01

Si è mossa Trigoria. Senza far sapere nulla a nessuno, peraltro. Peccato, perché interventi del genere andrebbero forse pubblicizzati. I romanisti devono sapere che, per quanto avanzato possa essere il processo di vendita del club, esiste ancora una dirigenza che si fa sentire, quando serve. La Roma ha preso carta e penna e ha scritto al Ministero dell’Interno.

A è stata giudicata «priva di senso» la misura di vietare la prevendita a chi


è residente nel Lazio. Non è accaduto nulla di rilevante nella trasferta del 16 maggio, quando da Roma

si mossero 20 mila persone, figuratevi sabato, che in palio non c’è mica un tricolore, e sì e no partirebbero dalla Capitale un migliaio di romanisti.

La Roma è consapevole che il provvedimento del Ministero è teso a incentivare l’acquisizione della tessera del tifoso, che è poi l’unico modo per comprare un biglietto del Bentegodi, e non solo per il settore ospiti (22 euro, tagliandi nelle filiali di Banca Popolare di Lodi, Banca Popolare di Novara e Credito Bergamasco). Però non lo condivide. Perché, si chiedono in società, il Casms ha revocato in teleconferenza le limitazioni per Lazio-Inter (fino a quel momento, in Lombardia non si potevano comprare i biglietti dell’Olimpico) e non quello per Chievo-Roma? Ok, Lazio e Inter sono gemellate a tal punto che domani sera non si capirà chi tiferà per l’una e chi per l’altra. Ma tra le curve di Chievo e Roma non c’è certo odio. Intanto, sta riscuotendo un notevole successo l’iniziativa del segretario dei Radicali Italiani, Mario Staderini, che ha annunciato di voler ricorrere al Tar per ottenere una sospensiva del provvedimento. «A tre giorni dal match - sottolinea Staderini - né l’ordinanza del Prefetto di Verona (che però è stata notificata alla Roma, ndr) né le motivazioni sono state rese pubbliche». Continua il numero uno dei Radicali: «Da quando è permesso porre il “segreto di Stato” su provvedimenti che limitano le libertà personali? Probabilmente per conoscere le ragioni del divieto occorrerà sperare in Wikileaks.



Andrò comunque avanti sino a far accertare dal giudice che divieti basati sulla provenienza geografica, sul sesso o sull’età non possono esistere, nel calcio come in altri aspetti della vita sociale. Quando poi

provengono dal Ministero dell’Interno, la politica tutta dovrebbe fermarsi a riflettere»
. «Piena adesione» a Staderini è stata data dal presidente del Roma Club Montecitorio, Paolo Cento. Che spiega: «Rimane inaccettabile la volontà del ministro Maroni di rifiutare qualsiasi proposta di revisione di una decisione priva di motivazioni e che lede diritti e libertà fondamentali».