È il giorno di Adriano «Resto?»

22/12/2010 09:26

L’Adriano day vivrà il suo culmine a metà pomeriggio, tra le cinque e le sei (ora italiana), con l’attesa conferenza stampa da Rio de Janeiro, in cui darà (dovrebbe dare) un dispiacere ad un paese intero. «Cari amici brasiliani — dirà (dovrebbe dire) —, grazie dell’affetto, grazie delle proposte, vi voglio bene, ma la mia vita è a Roma, ho deciso». Quel colloquio Eppure, appena un paio di settimane fa, da questa à voleva scappare, così indicavano i ben informati, anche tra chi gli gira intorno quotidianamente. Triste, depresso, emarginato, mai in campo nonostante gli sforzi e — giurano — la buona condotta anche fuori dal campo. Il ritorno in Brasile (definitivo stavolta) stava diventando una certezza e, per i dirigenti della Roma, un’opportunità: avrebbero risparmiato qualche soldino, da dirottare magari al West Ham per prendere Behrami, finalmente. E poi, cosa è successo? Davvero ad Adriano è bastato un colloquio chiarificatore con la Sensi, in cui la presidente non avrebbe lesinato elogi e affettuosità? E il suo impiego contro il Milan come va visto, solo una scelta tecnico-tattica o un sostegno all’iniziativa presidenziale? Chi se li prende? Oggi Adriano dirà.

Non è con lui — giurano — che la Roma vuole fare cassa a gennaio. Ci sono altri giocatori (Antunes, Loria, Rosi, Okaka), soprattutto altri brasiliani: Cicinho e Julio Baptista. Ma il dubbio è lo stesso da mesi: chi lo vuole il piccolo Cicero? Chi se lo prende il golfista Baptista? Su Cicinho il silenzio è tale che Pradè avrebbe convenuto con Ranieri di rinunciare ad Aleandro Rosi, il quale in effetti ha voglia e bisogno di giocare. Su Baptista, invece, ci sono buone speranze, almeno per un prestito: potrebbero chiamarlo dalla Spagna (Malaga) o dall’Inghilterra (Aston Villa, West Bromwich) e lui, assicurano, stavolta risponderebbe. Doni merita un discorso a parte, pure a lui è tornata voglia di Roma. Julio Sergio è avvertito.