21/12/2010 10:40
Luci a San Siro? Sì, sulla Roma. E su Daniele. Dicevano che era fuori forma, dicevano che aveva bisogno di fermarsi. Una litania. Un disco rotto. Una cretinata. Anzi, più di una. Perché Roma è fatta così. È una città che si ubriaca di chiacchiericcio. Che parla troppo, che a volte sparla, poi riguarda le immagini, si pente e si ricrede. O la ami o la odi. De Rossi ha scelto di amarla dalla nascita, di prenderla per comè. Ma certo che dopo una prestazione come quella esposta nella vetrina più in, quella alla Scala del calcio, a Daniele potrebbe anche venire voglia di fare le valigie. Di dire: sai che cè? il mio contratto scade nel 2012, cedetemi. Invece no. Invece De Rossi resta. Cè. È una delle cose belle della vita, mica solo della Roma. È uno stemma in campo, unicona. Ma pure un uomo. Un uomo vero. Viene erroneamente ritenuto solo un centrocampista. Milano docet: Daniele è un po di tutto. È un podi difesa, quando ti si getta alle calcagna fino a quando non ti strappa via la sfera, lo stinco o entrambi. Èun po di centrocampo, quando si piazza là in mezzo a smistare gioco. È un po di attacco, quando la meta campo la varca per distribuire assist. Come quello per Borriello - ma che magia... - nel secondo tempo di Milano: pallonetto calibrato per Marco (Super? Forse sì, ma Delvecchio resta Delvecchio), che però viene stoppato da Nesta al momento di battere a rete.
De Rossi è una delle migliori espressioni di questi colori perché è un esempio positivo. Dentro al campo, ma pure fuori. "Spiacere è il mio piacere io amo essere odiato", cantava Guccini. Con tutti i distinguo del caso, perché Daniele può essere contestato ma odiato mai, "Cirano" De Rossi dice quello che pensa. Sempre, e pur sapendo di spiacere. Serve qualcuno che tiri fuori gli attributi, serve una voce critica sulla tessera del tifoso, però nessuno sespone? E chi chiamerai? Chiamerai DeRossi. Che se era capitano a Milano, se è il vice di Totti, non è per caso. È il leader della Roma assieme a Francesco, perché ci mette la faccia. Proprio come il suo Capitano.Quando dopo San Siro sbotta e difende Doni, parla per il gruppo. Lui può. Lui è la risposta alla domanda che ti poni quando in un bambino sboccia la ragione: papà, cosa vuol dire essere della Roma? Ecco figlio, guarda De Rossi.