Ranieri: "Noi siamo una squadra indomita"
03/12/2010 09:13
La sua storia con la Roma parte da lontano. «Non ricordo il mio primo contratto, ero molto giovane, ma io e la Roma eravamo già una cosa sola.
Ho sempre giocato a calcio. In Italia si cresceva negli oratori e io ci andavo con i miei amici. Si giocava a calcio, pallavolo, basket. Io giocavo sempre contro i più grandi per mettermi alla prova. Andavo sempre alla chiesa di San Saba, il mio quartiere, e in quella vicina di Testaccio».
Ranieri ricorda il suo esordio, il 4 novembre 1973, in una gara persa 2-1 contro il Genoa. «È stato straordinario. Mi emozionavo al solo pensiero, poi è arrivato il grande giorno. Era un sogno che diventava realtà, dopo molti sacrifici e allenamenti, ma non importava perché il sogno si stava avverando. E un altro sogno è allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Dopo aver girato per 35 anni, è stato meraviglioso tornare nella mia città. Ho una doppia responsabilità: una da allenatore e laltro tifoso, quindi si moltiplica tutto per due. Se perdi, sei triste per la sconfitta ma anche perché sei un tifoso. Nessuno è profeta in patria vero? La mia paura è proprio questa perché penso: "Che faccio se le cose vanno male?". Siamo un po eccessivi. Amiamo la nostra città con tutto il cuore e ne siamo orgogliosi. Qui si dice: "La Roma non si discute, si ama"».