Riise: "Un gruppo senza limiti"

03/12/2010 10:38

IL ROMANISTA (V. META) - 
Anche i duri a volte accusano il colpo: è successo a John Arne Riise all’indomani della brutta sconfitta di Palermo, che ha bruscamente interrotto la serie positiva della Roma e inflitto un discreto colpo al morale del terzino norvegese. È stato lo stesso John ad ammetterlo, dalle pagine del blog che tiene costantemente aggiornato e che non a caso era rimasto per qualche giorno senza nuovi post. «Scusate se c’è stato un po’ di silenzio sul blog ultimamente - ha esordito -, ma sono stato incredibilmente depresso dopo la sconfitta a Palermo di domenica scorsa. Spero che ne passi di tempo prima che la Roma rigiochi una simile partita». Serataccia in Sicilia a parte, non si può dire che Riise stia attraversando un momento fortunato. La sua terza stagione in maglia giallorossa è cominciata con la disavventura in cui è incappato all’inizio di settembre, quando era in ritiro con la nazionale norvegese: nel corso di un allenamento, uno scontro del tutto fortuito con l’esterno Espen Ruud gli è costato una commozione cerebrale che l’ha tenuto lontano dal campo per un mese. Al rientro, gioca le prime partite protetto da un casco simile a quello reso celebre dal del Chelsea Cech, ma un po’ di paura resta. Ieri un nuovo guaio muscolare, la lesione di primo grado ai flessori che lo terrà fuori per una quindicina di giorni: nella migliore delle ipotesi lo rivedremo a San Siro contro il Milan, altrimenti se ne riparlerà nel 2011.

Di certo non ci sarà domani pomeriggio al Bentegodi, dove al suo posto sulla fascia sinistra giocherà Castellini. Intanto, però, Riise non si arrende e da suo diario telematico suona la carica e parla di Roma a tutto campo. A cominciare dal capitano: « è un giocatore che ha rivoluzionato il ruolo di trequartista e uno dei giocatori più leali del mondo. Io posso solo immaginare l’autorità e il rispetto che suscita tra i giocatori in campo, sia in gara sia in allenamento, negli spogliatoi e nella vita. È un sogno giocare con lui. L’ho visto giocare nei Campionati Europei del 2000 ed è stato nominato il miglior giocatore delle fasi finali, anche se l’Italia ha perso contro la Francia. Ho detto che è un sogno per me giocare con lui, forse il miglior giocatore italiano di tutti i tempi. Ha un carattere da leader. Ho notato che sono a mio agio con lui in campo, perché so che lui contribuisce al gioco di squadra e può fare cose meravigliose. È anche molto divertente e sempre di buon umore». Se c’è una cosa che manca alla sua esperienza in giallorosso, è la rete contro la Lazio: «Non penso mai al gol prima delle partite. È il modo sbagliato per concentrarsi. Per esperienza so che segnare dipende dal caso e dalle possibilità e non si possono programmare i gol! Rispetto all’anno scorso, ora mi concentro di più sulla fase difensiva, ma scommetto che segnerò anche quest’anno e il tempo mi dirà contro chi». Riise ha inoltre svelato particolari relativi alla vita di spogliatoio: «Con la squadra passo parecchio tempo, spesso anche tre o quattro giorni a settimana, escludendo viaggi, partite e allenamenti, quindi nel tempo libero non stiamo molto insieme. Concentriamo il nostro tempo con le famiglie o gli amici. Quando siamo in trasferta mi piace passare del tempo con tutti: ci divertiamo e giochiamo bene in gruppo e nella mia carriera non ho mai visto una tale unione di gruppo in una squadra. Alla Roma ci sono bravi giocatori, che sono anche delle belle persone».

Quanto agli avversari, Riise non ha dubbi: «Il migliore della serie A? Ibrahimovic. Mi sorprende ogni giorno di più. Ronaldinho è forse quello che mi ha impressionato di più nel tempo. È stato il mio idolo per anni, ha una tecnica e una visione di gioco magiche». E se dovesse suggerire alla Roma un giocatore norvegese per la prossima campagna acquisti? «È difficile… Per andare direttamente dalla Premier League norvegese alla serie A ci deve essere qualcuno che già gioca all’estero. Potrebbero essere Brede Hangeland o Morten Gamst Pedersen. Brede ha giocato in molti club europei e Gamst per le sue qualità fuori e dentro il campo potrebbe andar bene alla Roma. Credo però che passerà del tempo prima che arrivi un nuovo norvegese». I trascorsi in Premier League gli consentono di poter fare un paragone fra i due campionati: «In Premier c’è più fisicità e più velocità negli scontri. In serie A la velocità varia, ma quando il gioco è veloce, è moooolto veloce! Penso che i giocatori si muovano meglio senza palla qui in Italia. In Inghilterra c’è una forte pressione dagli stadi, anche perché sono sempre pieni, mentre in serie A l’atmosfera può cambiare con l’andamento della partita. In Premier non cantano per 90 minuti come in alcune partite di Serie A, ma qui in Italia i tifosi hanno una passione unica per il calcio e per la loro squadra. Dell’Italia mi ha affascinato questo: il calcio è molto importante per la à e per i tifosi». 

Parole importanti anche quando si parla dei compagni di squadra Menez e Borriello: «Entrambi sono in ottima forma al momento ed è molto importante per noi quest’anno. Si completano a vicenda in un modo ottimo. Menez è un talento unico e può essere una grande star internazionale se riesce a usare tutto il suo potenziale. È raro vedere tanto talento e penso che farà una carriera favolosa. È divertente vederlo giocare quando è motivato e va via in dribbling. Jeremy è quello che farà un passo in più di tutti noi in futuro! In attacco siamo sicuramente fra le prime 2/3 squadre in Serie A, perché con , Menez, Borriello e Vucinic abbiamo tanta qualità, oltre Baptista, Adriano e Okaka, molto bravi anche loro». Elogi anche per Pizarro: «Lo conoscevo poco prima che arrivassi, ma ne sono rimasto impressionato. È molto importante per la squadra e crea un senso di sicurezza a centrocampo che ci aiuta tantissimo. È bravo a mantenere il controllo della palla: nessuno può togliergliela, che sia un allenamento o una partita ». Quanto agli obiettivi stagionali (campionato e ), Riise non pone limiti a questa Roma: «Per quanto possa sembrare banale, noi giocheremo al meglio e lavoreremo duro su tutti i fronti. In campionato abbiamo partite toste ogni weekend, come si è visto a Palermo. Quindi lavoro a Trigoria, piena concentrazione su ogni partita ed evitare di farsi male e rimediare cartellini inutili. Sono molto ottimista nonostante il debole inizio di stagione»