Cellino amaro: "Il ko è bugiardo Cagliari punito"

23/01/2011 12:32

PIGRI - L’ha sot­tolineato per primo Massi­mo Cellino, il presidente. « Siamo stati poco incisivi. Mettiamola così - ha sintetizzato -abbiamo preso tre gol e parecchio freddo» . Poi ha schiaffeggiato l’arbitro: «Siamo passati in svantaggio con un rigore che... Meglio stare zitti. E poi ci hanno ammonito i diffidati: per la partita con il Bari avremo problemi di formazione». E dopo aver freddato la Roma («non mi sembra una squadra da scudetto») il patron se n’è andato, con un sarcastico sor­riso.

PAURA- Via il numero uno al­la scrivania, è arrivato il nu­mero uno sul campo, Roberto Donadoni. Ha perso e per il Cagliari è la settima sconfitta di seguito con la Roma all’Olimpico nelle ultime sette sta­gioni (il Cagliari non vince in casa dei gial­lorossi in campionato dal novembre 1968...), ma ha avuto la spiacevole impressione che la sua squadra avesse perso prima di comin­ciare: «Sono arrabbiato perché ci è manca­ta la convinzione, era come se avessimo paura di giocare con la Roma. Non mi va giù» . Dentro gli si leggeva un rammarico che andava ben oltre la sconfitta. Voleva giocarsela e ha lanciato Cossu trequartista, Nenè guastatore e Acquafresca di punta dall’inizio, per inserire poi Matri sperando di sorprendere la Roma. Piano fallito. An­che per demeriti propri: «Perché non aveva­moconvinzione. Infatti abbiamo sbagliato molto, anche nel secondo tempo, quando siamo partiti benissimo, ci è mancata la fi­ducia. Noi stavamo facendo la partita, loro hanno fatto i gol. Succede, ma non mi va giù. Eppure era una partita che poteva an­dare diversamente, se ci fossimo preoccu­pati meno della Roma e più di noi stessi, delle nostre possibilità. Abbiamo giocato al loro livello, solo che loro ti puniscono appe­na hanno trenta centimetri di spazio, noi eravamo con il freno a mano tirato» .

GIUDIZI- Neutrale sul rigore («Dalla panchi­na non ho visto l’azione ma non è certo il ri­gore che ha deciso la partita»), l’allenatore ha prima elogiato Cossu («Andrea sa sem­pre cosa fare» ) , poi ha spiegato la scelta di lasciare fuori ini­zialmenteMatri: «Ho quattro attaccanti in forma, ho scelto di te­nere fuori Alessandro perché lui sa avere un impatto sulla ga­ra, in corsa, che nes­sun altro ha. Quindi ho pensato che pote­va essere sfruttato meglio a partita ini­ziata. Il problema è che abbiamo preso il 2-0 e la partita è fini­ta. Peccato, questi ragazzi hanno quali­tà notevoli. Basta che ne siano convinti» . Quando sono usciti Nenè e il Cagliari ha giocato con undici italiani.

RIGORINO- I giocatori del Cagliari invece l’hanno buttata sull’arbitro, seguendo l’esempio di Cellino. E’ stato un coro, dal placido Agazzi («Si trattenevano entrambi, Canini e , ma a Roma, con un epi­sodio del genere, per l’arbitro è più facile fischiare...») al caustico Canini: «Ci siamo te­nuti a vicenda, a parti invertite l’arbitro non avrebbe fischiato». Per quel ri­gore «ha condizionato la partita» , mentre Acquafresca ha chiarito: «Se Gava ha deci­so di fischiare il rigore alla Roma, allora do­veva fischiarne anche uno all’inizio per noi ben più evidente(presunto fallo di Mexes su Nenè, ndr)». E’ andata diversamente. E’ an­data come sempre, purtroppo per il Caglia­ri,all’Olimpico con la Roma.