Daniele Conti: "Sì, tifo Roma, ma il mercoledì"

21/01/2011 09:35

GASPORT (M. CECCHINI) - 
Daniele Conti e la Roma, storia infinita. Condita da gol impossibili, a tempo scaduto, prove sontuose. «É 12 anni che sono al Cagliari. Quella con la Roma è una partita speciale perché giochiamo con una grande squadra» .Il capitano pesa le parole. Trafila giallorossa, lanciato da Zeman e Bianchi, esordio in A nel '96, due anni dopo la prima rete, col Perugia, sotto la . Poi, il trasloco da Cellino. Per il Cagliari il regista rossoblù ha detto no ai soldi di Palermo, , Samp, e Bayern Monaco. Ora, insidia, con 310 gare (33 i gol, 3 alla Roma i grandissimi: domani aggancia Nené (311, vede Lopez (314), Riva (315) e Brugnera (328). Insomma, romano, romanista non più. «Vivo da così tanto tempo in Sardegna che quasi quasi non mi sento neanche un ex» .

Il primo amore non si scorda. Daniele Conti tifa la Roma il mercoledì quando gioca in «Se mio padre è felice lo sono anch'io». In famiglia è un continuo sentirsi. Meno a ridosso degli scontri diretti. Anche perché, proprio di recente, il capitano rossoblù ha regalato dispiaceri ai tifosi romanisti. Lo scorso gennaio al sant’Elia, con i giallorossi in vantaggio 2-0, Conti mise becco nel 2-1 di Lopez e fece il gol del pareggio al ’ 48. «Mio figlio non mi vuole più bene» sbottò papà Bruno. Che per rimettere a posto l’umore nel dopo partita giocò a tiri in porta in cortile con Bruno junior, primogenito di Daniele. Polemiche infinite Qualche scaramuccia, come quella con . Acqua passata. «Una volta in campo, penso solo a vincere» , taglia corto il numero 5, in onore di Falcao. Come all’andata, lo scorso settembre. Decisa da una sua rete splendida. Fu 5-1 per il Cagliari. Conti ci rimise il ginocchio, costringendo Burdisso al fallo in area, rosso diretto, e rigore, siglato da Matri. Finì 5-1 per i sardi. Con papà Bruno stordito. Dall’infortunio al figlio e dalla cinquina.