12/01/2011 10:13
E successivamente. Cronaca di una giornata di chiarimenti. O "tentati" tali. Rosella Sensi arriva a Trigoria in mattinata. Ha voglia e bisogno di parlare con i dirigenti, i suoi più strettri collaboratori, ma anche con Ranieri e Vito Scala, in rappresentanza di Totti. Il presidente vuole che il gruppo resti unito e sereno, vuole che si pensi solamente al campo per cercare di portare a casa una stagione in cui la Roma- è sempre bene ricordarlo - è ancora in corsa su tutti e tre i fronti, e vuole che tra allenatore e giocatori il rapporto sia corretto e sincero. Oggi e soprattutto domani. Prima va in scena un lungo incontro tra la Sensi e Vito Scala. Poi un incontro tra Totti, Pradè, Conti e Montali. Infine un faccia a faccia, molto più breve, tra lallenatore e il giocatore. Terminato con una stretta di mano, vede Ranieri e Francesco parlarsi in maniera schietta: il mister ribadisce che non pensava mancasse così poco alla fine della partita e che un campione come lui, anche in pochi minuti, è in grado di cambiare il volto di una gara. Totti, almeno ufficialmente, ha compreso mettendosi nuovamente a anche ribadendo che lealtà e correttezza sul suo impiego sarebbero cosa gradita. Per il momento dunque sembra essere stretto nuovamente un patto che dovrebbe portare a un maggior utilizzo del giocatore in vista, come ha detto Ranieri di «un campionato tutto da giocare e uno scudetto ancora a disposizione se cè la convinzione e lo sforzo di tutti».
Qualche minuto più tardi, la Sensi lascia Trigoria. Non prima però di aver Mexes sul suo futuro, rimandando le decisioni agli incontri col suo procuratore. Ranieri invece parla ancora, stavolta alla squadra: lincontro è breve, il tecnico ribadisce ancora una volta che tutti devono pensare soltanto al bene comune, che serve senso di responsabilità ed è necessario tutti i dirigenti sono daccordo: basta casi, basta voci di corridoio, basta mugugni per le panchine e chi più ne ha più ne metta. Cè un intero girone di ritorno da vivere (con più vittorie possibili), cè la Coppa Italia che inizia tra una settimana con la partita più sentita, ci sono gli ottavi di Champions (non proibitivi) da superare. Farsi travolgere dagli eventi, in questo momento e con questa rosa, sarebbe un delitto. Poco dopo la squadra scende in campo. Sonole 15:20. Latmosfera è tranquilla, ci si allena con intensità. I due "osservati speciali", Totti e Ranieri, sorridono e parlano. Ad uso e consumo dei fotografi? Non si sa, ma non sembra. I due paiono infatti anche continuare il chiarimento. E mentre in città, nelle radio, sul web, si diffondono le prime notizie, Totti viene intervistato da Sky. E conferma di essere dispiaciuto per i quattro minuti di Genova, di non sapere cosa succederà in futuro e di essere triste dentro Trigoria. Salvo poi, al termine di una giornata interminabile, rettificare il suo pensiero sul sito ufficiale: «Sono triste perché questa rosa deve ambire ai massimi risultati».
Una sfumatura sostanziale che consente al presidente Rosella Sensi di chiudere la giornata con un comunicato ufficiale con cui rilanciare il ruolo del Capitano in questo campionato, a partire dal girone di ritorno, e proiettare quello di Totti dirigente in un futuro ancora lontano.Comprendendone la tristezza per i risultati attuali non brillantissimi ma non giustificando gli sfoghi. Insomma un "dare - avere" sulla strada della ricucitura pubblica dello strappo che consente di riprendere il cammino della Roma forse con un minimo di serenità. Una quadratura del cerchio serale fatta di comunicati sui siti ufficiali che prova a mettere, e magari ci riuscirà anche, la parola fine sullintera vicenda. Nessuno dei protagonisti può fare, o dire, di più. Entrare troppo nel merito del caso Genova avrebbe significato automaticamente, per i media, dar luogo a processi e condanne. Per capire se la ricucitura faticosa può reggere nel tempo è necessario attendere. Sabato cè la conferenza, domenica si gioca al Manuzzi. E si capirà.