14/01/2011 10:30
Una moltitudine che io credevo neppure esistesse e che in poche settimane si è ingrossata, manifestata in tutti i modi possibili e immaginabili, dai canali telematici a quelli più consueti delle radio e delle rubriche sui giornali. In questo caso non mi interessa fare il distinguo tra chi opera in qualche modo da addetto ai lavori nellinformazione e chi si professa "semplicemente" tifoso, poiché mi sembra di individuare un qualcosa che li accomuna tutti, un filo rosso (non certo giallorosso, a mio parere) che li lega: è tutta gente che nelle proprie carriere di competenza, quando non nelle proprie esistenze, in generale è rimasta incompiuta: nulla ha raggiunto degli obiettivi che si era prefissata e, metaforicamente, non ha mai avuto il coraggio di andare sul dischetto contro lAustralia.
Chiaro che avversino Totti, che lo aspettassero al varco magari da anni, dopo aver dovuto complimentarsi a denti stretti per tutto questo tempo, per ogni ambito della sua vita pubblica di personaggio che ha raggiunto ogni obiettivo, finanche quelli mass-mediatici (orribile neologismo) e per il grande equilibrio cercato e trovato nella vita privata. Tutto nella massima naturalezza, come le giocate che ancora regala e, vedrete, regalerà. Insopportabile, ribadisco, per chi magari ha condotto una vita intera cercando di sgambettare gli altri, non potendo far leva in nessun campo su un talento inesistente e nulla è riuscito ad ottenere. Chi è insodisfatto di sé avrà sempre qualcuno da invidiare e, alloccorrenza, da cercare di distruggere. Senza mai riuscirci, ma questo è scontato. Forse ho sconfinato in una lettura psicanalitica, però tanta durezza di critiche e terminologia (tipo gli ascoltatori, romanisti veri o presunti, di certe radio che gli rivolgono epiteti che nemmeno a Di Canio) secondo me si spiega solo con un qualcosa di inconscio, di strettamente personale, non certo con la realtà oggettiva.
A me a questo punto non interessa più quanto e come abbia sbagliato Ranieri a Marassi, per me irrispettoso al novantesimo e maldestro dopo nelle motivazioni, mi interessa il dover prendere atto di una questione: ho sempre creduto che Totti sia stato e avrebbe continuato ad essere profeta in patria, anche per questo dunque fenomeno unico ed invidiabile. Prendo atto che non è completamente così, che una parte della città, giudicate voi quanto rilevante, ha scelto di non essere riconoscente verso un passato inimitabile e meno che mai obiettiva verso un presente che per il giocatore è di grande condizione atletica e qualità tecnica sempre decisiva, lo dimostrano varie partite da Totti disputate nella stagione in corso.
Ma non cè peggior cieco di chi non vuol vedere, ovvio. Non è una questione generazionale, attenzione, perché sarebbe minimamente spiegabile col fatto che i troppo giovani non hanno avuto modo di valutare in quasi ventanni quanto e come Totti abbia cambiato la storia romanista. No, i critici più feroci, più agguerriti, appartengono ad una fascia detà tra i quaranta e i cinquanta, che in genere è quella dei delusi dalla vita e degli insoddisfatti. Sia come sia, un concetto deve essere chiaro, per loro e per tutti: non sappiamo se e quando in futuro ci ritroveremo in casa un altro giocatore della forza tecnica, fisica e caratteriale di Francesco Totti, personalmente non ci credo; quello che è già certo è che nessuno, mai più, ci rappresenterà come per quasi un ventennio ha saputo fare lui. E pensate che amarezza, se un domani qualcuno dovesse dire che alcuni romanisti neanche se lo sono saputo godere del tutto.