21/01/2011 09:43
IL ROMANISTA (D. GIANNINI) -
Quattro derby su quattro. Ranieri è diventato linvincibile. Per qualche ora (solo qualcuna in attesa del Cagliari) questo ruolo se lo può godere. Perché quello che ha fatto non è roba da poco. Da nessuna parte. Tanto più a Roma, dove questa partita conta uninfinità. E chi la perde ha paura di perdere quella successiva, e quella dopo ancora. Una sorta di complesso di inferiorità, una sindrome. «Non so se è così. Ma, nel caso, speriamo che alla Lazio questa sindrome duri ancora molto a lungo». Scherza Claudio Ranieri il giorno dopo lennesimo derby vinto, e alle telecamere di Roma Channel spiega lo stato danimo della sua squadra: «Il poker? Fa tanto piacere. Quando si riescono a dare gioie così ai nostri tifosi... Per un romano, poi, ancora di più. Cè quel "quid" che ti fa lavorare con ancora più voglia». Dietro langolo cè però il solito rischio, quello di lasciarsi prendere dalleuforia. «Non cè nè più di tanta - tranquillizza il tecnico giallorosso -. Volevamo andare avanti in coppa Italia e ci siamo riusciti. E logico che siamo soddisfatti, ma dobbiamo continuare a lavorare, perché sappiamo che ci sono ancora molte cose che non riusciamo a far bene. Le cose stanno andando per il verso giusto dal punto di vista dei risultati, però dobbiamo migliorare. A Cesena abbiamo vinto, ma non basta. Abbiamo fatto delle cose buone e altre meno buone. Ci dobbiamo preparare per i momenti difficili che arriveranno. Adesso che tornerà la Champions League, laspetto mentale sarà la cosa più importante. Bisogna ricaricare le energie nervose. Mercoledì abbiamo speso tanto, abbiamo pochissimo tempo prima del Cagliari. Fortunatamente siamo abituati a giocare tre volte a settimana, le difficoltà non sono fisiche ma mentali».
E solo questo il problema? «Cè laspetto mentale, ma anche quello tattico, perché ancora sbagliamo delle cose che non dobbiamo sbagliare. Dobbiamo essre più attenti, più concentrati». Magari così potrebbero essere spazzate via le critiche che ancora piovono su di lui per un gioco non sempre convincente. «Bisogna vedere chi ti critica e come ti critica - risponde Ranieri -. Se lo fa per partito preso. E poi bisogna tirar fuori da tutto questo, se cè, qualcosa di costruttivo. Perché quello che mi interessa è costruire e migliorare. Per il resto non posso andare dietro a tutte le chiacchiere». Difende il suo operato, Ranieri. Le sue scelte. Anche quelle che hanno creato tante polemiche, vedi le questioni Totti, Pizarro e Vucinic. Ma il tecnico le liquida con una frase forte: «Sono tutte minchiate». Lo dice in una lunga intervista a Panorama nella quale spiega: «Io faccio i cambi che possono aiutare a vincere la partita. Non ho mai ceduto alle emozioni della piazza e, se mai dovesse accadere, andrei via. Se mi sentissi condizionato nel togliere o mettere un giocatore, lascerei perdere, mi sputerei in faccia e mi direi: "non hai le palle per fare questo lavoro"». Sui tre casi (veri o presunti), Ranieri ci torna: «Totti è un giocatore sublime. E un po nervoso, ma gli passerà. Sentirsi dire che è finito, che non ce la fa più, per un ragazzo sensibile come lui, lo fa sentire ancora più indifeso, discusso. Ci ho parlato molto. Lho sentito dire: "Smetto, basta, lascio il calcio". E unidiozia, Francesco darà ancora molto al calcio e alla Roma». E Pizarro? «Per quanto riguarda me e per quello che il ragazzo dice a me, il problema è inesistente».
Un po diversa la questione Vucinic, con il quale qualche giorno fa cè stato un acceso scambio di opinioni. Il tecnico, a "Panorama" in edicola oggi, conferma: «Ci sono state alcune sue parole di troppo. Ma poi abbiamo chiarito e per me è passato tutto, tanto che ha giocato. Non sono mica il marito che si taglia i cosiddetti per fare dispetto alla moglie». Parlare e chiarirsi. Il modo migliore per superare certe incomprensioni. Ranieri fa così. Lo ha fatto anche a poche ore dal derby, quando ha spiegato a Mirko il perchè non avrebbe giocato dallinizio, ma dal secondo tempo. Così come gli ha detto che su di lui conta e da lui vuole il massimo. Senza musi lunghi, incertezze e voci di trasferimenti a gennaio. Tutti a testa bassa fino a giugno. Tutti, Vucinic compreso. Per il bene della Roma, per vincere qualcosa. E poi? Dopo giugno cosa succederà? Il futuro societario è incerto, Ranieri non nega le difficoltà che questo comporta: «In questo momento le mareggiate arrivano da destra e sinistra. Chi mi dice che alcune voci non siano orchestrate? Perché prendere la Roma a un prezzo più basso può fare comodo a molti. Ora cerco di tirare fuori il massimo dalla squadra, poi si vedrà». E in questo massimo ci potrebbe stare pure il quinto derby vinto contro la Lazio, lunica squadra che «non potrei allenare mai. Niente contro Claudio Lotito, sia chiaro, ma sono troppo tifoso della Roma». E per un tifoso della Roma 5 derby di fila sarebbero roba da leggenda. Roba insuperabile.