Se le armi sono cinismo e fortuna

23/01/2011 11:23

Dentro nelle difficoltà, mai dall'inizio, e risultato in banca, insieme con quel secondo posto solitario che la Roma potrà godersi per un giorno intero. Non una partita esaltante, al solito, episodi che premiano, certo che se la filosofia è quella di giocare male per vincere, allora la qualità stenta a trovare spazi, in questa squadra cinica e fortunata. Torna , le sue giocate e la sua voglia di recuperare posizioni fanno la differenza, un gigante anche il secondo capitano, , in difesa esemplare Mexes. Finisce in trionfo, dopo gli stenti della prima parte della ripresa, va in gol perfino Menez, la giornata incerta di Borriello presto dimenticata.

Stasera il MIlan chiude il programma, sembra un compitino facile, ma il Cesena non aveva sfigurato in casa Inter, tanto meno in quella sfortunata vicenda con la Roma, c'erano volute tre irregolarità e un suicidio per condannarlo. Pomeriggio dedicato all'intera muta votata alla rincorsa, senza dubbio le insidie maggiori deve affrontarle l'Inter, fantastica la sua rimonta, ma vincere a Udine non è facile per nessuno, anche se forse i friulani si trovano a loro agio soprattutto fuori casa. Ancora senza Sneijder, ma fiduciosi nelle taumatorgie di Leonardo, i campioni in carica si affidano come sempre alle magie di Eto'o, attualmente devastante. Viaggia anche il , ma in questa stagione il San Nicola è diventato terra di conquista, il Bari mutilato chiamato ancora una volta ad affidarsi ai miracoli. Sfida difficile anche per la , la Sampdoria non è un modello di estetica, ma neanche i bianconeri incantano, soltanto il loro mercato è in continua evoluzione, però con frenesia superiore alla logica.

La Lazio, infine, a rinuncerà a Zarate: stanco, secondo Reja, forse in castigo per eccesso di individualismo, rossoblù in buon momento, ma la crisi della società non è risolta, anzi si va accentuando. Pomeriggio in chiaroscuro per la Sicilia: a Palermo risolve nel finale Bovo, dopo il lungo assedio all'area del Brescia, si arrende a Parma (Candreva e Giovinco) il Catania di Simeone, che a lungo aveva giocato meglio degli emiliani.