Totti: "Domani si vedrà"

12/01/2011 08:30

Ancora una volta è proprio Francesco, con la sua sincerità semplice e totale, a dare un senso ai tanti colloqui del martedì più comunicativo della storia di Trigoria. Il capitano, lasciando in macchina il Bernardini e intervenendo ai microfoni di Sky, conferma, incassata stima e riconoscenza da tutti, di non aver certezze sul suo futuro nella Roma, pur essendo ancora lontana tre anni e mezzo la scadenza del suo contratto. «Pensiamo ad adesso, poi si vedrà». E non nasconde il suo stato d’animo. «Sì, sono triste. E lo ribadisco». Precisando: «Sabato ho detto che sono triste dentro Trigoria, fuori sto benissimo». Potrebbe anche bastare. Ma torna sullo sgarbo di Genova. «Mi è dispiaciuto entrare a quattro minuti dalla fine, era come per perdere tempo» la considerazione feroce. «Ma ho accettato tutto. Sono a disposizione della società e del tecnico. Ho parlato con Montali, Pradè e Conti prima di avere un colloquio con l’allenatore. Abbiamo parlato di quello che è successo e che succederà...», altra considerazione puntuale. Non nomina mai Ranieri, davanti alle telecamere. Lo chiama mister e basta.

Le tante parole ascoltate nel pomeriggio sembrano essere già volate via. «Sono io che devo essere convincente. L’importante è avere dietro delle persone che mi sostengono sempre». Non dice, però, se esistono. Prima dovrà metterle alla prova. In serata, però, la società, preoccupata dalla sua nuova confessione in tv, gli chiede di rettificare il suo il personale del capitano che le offre l’elenco delle lamentele: il ruolo in campo, il distacco del tecnico e qualche esclusione mal digerita perché in campo va chi non sta bene. La Sensi garantisce che « è sempre al centro del progetto» alla Ranieri, prima di Genova, e come ripeterà dopo cena sul sito Internet della Roma, con un coumunicato abbastanza contorto, in cui avverte tecnico e giocatori che «è arrivato il momento di pensare solo al lavoro e ai risultati» e che non accetta «atteggiamenti autolesionistici da nessuno». Il richiamo è per l’allenatore e per il capitano. «Qui non sarà mai in discussione, è il numero uno, di sempre: Francesco, insomma, può stare tranquillo» la rassicurazione di Rosella.

Che poi si ferma con i dirigenti Conti, Montali e Pradè per una buona mezz’ora, chiedendo loro di «contribuire a risolvere questa situazione e di far passare giorni sereni, in questa settimana, alla squadra». Dura un quarto d’ora, invece, il faccia a faccia tra la presidentessa e Ranieri. Prima per invitare il tecnico ad affrontare personalmente il caso, convocando il giocatore che si aspetta spiegazioni. Poi il suggerimento che sa di slogan: «Ci vuole più dialogo con e con tutti».

Francesco si affaccia a Trigoria e vede subito la Triade giallorossa. E’ diretto: «Io sono e sto bene: non posso essere trattato così». I tre lo calmano. Dopo pranzo, prima di scendere in campo per l’allenamento, l’atteso incontro a quattr’occhi tra il capitano e l’allenatore. Francesco ascolta Ranieri che prova a stimolarlo: «Hai visto che cosa sta succedendo? Mi devi dare una mano, perché possiamo ancora far bene, la stagione è lunga», la sintesi dell’invito a collaborare fianco a fianco per il bene della Roma. Ma lo riporta alla realtà, allo strappo di Genova. L’allenatore non può che tenere il punto: «Io, te lo ripeto con la massima sincerità, pensavo che mancasse di più alla fine. Era come la mossa della disperazione. Insomma, non ti volevo umiliare nè offendere, per me sei importante». Stretta di mano e appuntamento a Cesena, dove Francesco partirà dall’inizio (è squalificato in Coppa Italia e mercoledì prossimo salterà l’ennesimo derby): ieri negli schemi era con Menez e Vucinic. Ranieri riunisce anche la squadra. Ai giocatori, in considerazione dell’organico ampio, fa una raccomandazione: «Prima deve venire sempre il gruppo». Basta, dunque, musi lunghi per esclusioni e sostituzioni. Il tecnico, dopo l’allenamento, si ferma pure con Vito Scala. Per evitare altri disguidi, sino a maggio. Poi, che sarà, sarà.