23/02/2011 09:51
un nuovo deus ex machina, luomo forte, lunico cui dovranno fare riferimento i giocatori (oltre naturalmente a Montella), il direttore del presente ma pure del futuro. Ieri, Gian Paolo Montali è stato ufficialmente promosso direttore operativo. Operativo, ma solo perché per ragioni di Borsa non poteva essere nominato direttore generale. Nel giorno in cui viene presentato alla stampa Vincenzo Montella, la Roma aggiunge un altro tassello al mosaico della nuova società. Quella griffata Thomas Richard DiBenedetto. Quella che vuol far sognare i tifosi della Roma. La carica è stata concordata proprio con lui. Con lo Zio Tom, come ormai è stato ribattezzato dai romanisti. Con il futuro presidente giallorosso. La squadra sa tutto. Ci ha pensato lo stesso Montali a informarla. Non è un caso. La sua nomina, seppure non ufficializzata come pure ci si attendeva in un primo momento, serve principalmente a trasmettere a una Roma in tempesta un senso di rinnovata normalità. Occorreva un management snello, dove il potere decisionale fosse concentrato in una sola persona, a cui dovranno fare riferimento tutti in seno a Trigoria. In primis, i calciatori. Montali non sarà il semplice (si fa per dire) traghettatore verso la stabilità, verso una ormai quasi scontata proprietà americana. No. Sarà di più. Sarà - anzi, già lo è - il direttore generaledella Roma attuale, ma anche di quella che verrà. Montali sarà quindi più di un trait dunion tra Unicredit e DiBenedetto, con cui il neo direttore ha pianificato la propria nomina.
La svolta dirigenziale era inevitabile, oltre che necessaria. Dopo 18 anni di onorata presidenza, la famiglia Sensi sta per uscire di scena. I romanisti devono a loro, ai Sensi, stagioni gloriose, lo scudetto del 2001, una Roma ai vertici in Italia e in Europa. Ma tra un paio di mesi, forse anche meno, la società cambierà guida. Se tutto filerà liscio, entro metà marzo si concluderà la trattativa per la cessione alla DiBenedetto As Roma Llc e
gli americani prenderanno materialmente possesso di Trigoria. Intanto, negli Stati Uniti si guarda con sempre maggiore curiosità alla prima scalata di un club di soccer da parte di un consorzio a stelle e strisce. Scrive
la Lisa Eisenmenger del Boston Examiner: «DiBenedetto promette di raddoppiare le entrate della Roma in cinque anni e di costruire un nuovo stadio in otto ». Il tempo di concludere la trattativa con Unicredit, sostiene una fonte dagli Stati Uniti, e DiBenedetto volerà a Roma. Le ultime indiscrezioni hanno rassicurato tutti: la cordata americana ha intenzioni serissime. A breve, questi investitori potranno dimostrarlo con i fatti. Anzi, hanno già iniziato. Come? Dando a Montali pieni poteri.