18/02/2011 10:08
Il passaggio dalle scritte a un mix di fatti e parole è breve: passeggiatina per dieci tifisi fino a una delle entrate secondarie con lancio di un paio di petardi all'interno del recinto e interpretazione dei tradizionali canti da contestazione come «Andate a lavorare», «La nostra fede non va tradita, mercenari» e «Tifiamo solo la maglia». Una camionetta e un elicottero della Polizia tengono sotto controllo la situazione. I tifosi delusi vorrebbero un confronto chiarificatore con qualche giocatore e/o dirigente. Stavolta, al contrario di domenica scorsa, non è possibile. I contestatori, allora, non possono fare altro che aspettare.
Alle 13.50 un primo drappello di calciatori varca il cancello verde di Trigoria. Ci sono i fratelli Burdisso, c'è Julio Sergio, c'è l'applauditissimo Castellini, ma chi si ferma ad ascoltare per qualche minuto le ragioni dei tifosi sono Cassetti e De Rossi. Il primo ammette, promette e giustifica: «Siamo i primi ad essere dispiaciuti e dobbiamo reagire. I fischi dell'altra sera sono stati meritati». Il biondo di Ostia, invece, riceve un'esortazione, «tirate su la testa», e annuisce. Il dibattito, successivamente, coinvolge anche il team manager Scaglia.
Poi è il turno di Rosi. Un tifoso gli chiede se va tutto bene nello spogliatoio, la risposta sta tutta in un'epressione: «ehh...». A seguire Borriello: «Non è un discorso di singoli ma complessivo, c'entro anche io visto che faccio parte del gruppo». Tre interlocutori, però, cambiano i toni della discussione: «Tornatene a Napoli»; «Noi perdiamo e tu vai a ballare in discoteca». Un paio di manate e qualche calcetto raggiungono la vettura di Borriello e piegano uno specchietto. Meglio, allora, finirla qui.
Dopo è il turno di Totti: «Capità, siamo con te», «Lo so, lo so». Subito dopo del pacifico assedio a Mexes: «Il problema non è l'allenatore, siamo noi. Contro lo Shakhtar abbiamo lottato fino alla fine. Se vado al Milan? No, adesso vado a casa. Questo è un periodo nero, vedrete che passerà». Menez, invece, tira dritto e non si ferma. «Vattene codardo», gli urlano un paio di contestatori arrabbiati. Gli ultimi irriducibili picchettano Trigoria fino alle 16: un paio di cori anti-Ranieri e altrettanti pro-Montella. Escono Fiorentino e Rosella Sensi, i vetri scuri delle due vetture non si abbassano. «A Rosè, dicce se hai rimandato Ranieri a San Saba», la presidente non risponde. Tutti a casa.