L’aeroplanino vuol far volare la Roma: "E non chiamatemi traghettatore"

23/02/2011 10:58

All’inizio dei suoi 100 giorni da tecnico giallorosso, niente proclami che tanto piacciono alla piazza («inutile fare programmi a lungo termine, guardiamo soloal con la convinzione di ottenere il massimo») né nomi di allenatori a cui si ispira («dovrò riuscire a essere me stesso»). Montella respinge subito l’etichetta di «traghettatore», parla di un’identità di squadra da creare il prima possibile e di una linea di condotta che si attende dai suoi calciatori. Dunque, spazio ai mugugni masenza ledere lo spirito di gruppo e unpo’piùdi «cattiveria» incampo da parte di «ragazzi sensibili che soffrono molto la condizione attuale» (Montella dixit). E il calcio al recente passato («Ranieril’hosentitoel’horingraziato ma nessun consiglio, vorrei farmi un’idea da solo», così l’ex attaccante) si nota dal primo allenamento: metodi diversi rispettoalpredecessore, conalternanza di lavoro tattico e richiamo atletico. Uno stile quasi «spallettiano», ma lo staff tecnico è formato quasi esclusivamente da ex collaboratori del tecnico toscano.

Sgombrato il campo (anche dalla Sensi) dal sospetto di un’autogestione - si tratta di ex compagni di squadra e di amici sarebbe meglio parlare forse di  cogestione. Tanto più che da ieri c’è finalmente un punto di riferimento della banca all’interno del gruppo giallorosso: esautorata definitivamente la Sensi (smentita l’ipotesi che Unicredit le avesse chiesto di dimettersi), sarà Gian Paolo Montali il nuovo direttore operativo. Con l’arrivo dei nuovi proprietari dagli States l’ex ct azzurro della pallavolo diventerà .

Nei venti minuti di colloquio con i cronisti, Montella affronta con piglio tutti i problemi sul piatto. Acominciaredalsuoruolo. «Non mi sento un traghettatore, ma al tempo stesso non mi danno fastidio gli allenatori che si propongono o che si parli di , una persona che stimo molto. Il mioo biettivo èsolo quellodifarbene daquiallafine dell’anno. I paragoni con Guardiola (che da giovane prese il , ndr)? Il mio programma personale di carriera era leggermentediverso, masoachecosa vado incontro, sono convinto che non si possa avere l’appoggio unanime dei media e dei giocatori anche vincendo tutte le partite».

Già, i calciatori. Di quelli che giocheranno oggi i 74 minuti rimanenti di -Roma almeno sei erano con lui in campo il 16maggio di due anni fa nell’ultima partita dell’Aeroplanino. «Allenare questa squadra è una grande fortuna, perchè sono giocatori forti che al momento hanno un blocco psicologico. Meglio che si giochi subito e in trasferta, basterà poco per invertire la tendenza».

E sulle scelte che dovrà fare, magari scontentando qualcuno, è chiarissimo: «È giusto che un giocatore sii nc... se resta fuori, lo facevo anch’io tanto che ho smesso di giocare quando non mi arrabbiavo più. Ma la sua rabbia deve trasformarsi in spirito di rivalsa, senza venire meno ai doveridiprofessionista, in campo e negli allenamenti, con il rispetto per i ruoli e i compagni. Uno di livello deve essere capace di dare il massimo anche in mezz’ora e la mia storia lo dimostra. È la qualità del gioco che conta, nonlaquantità, cosìpesare il minutaggio e accontentare tutti sarà impossibile. Tra l’altro è più triste e difficile tenere fuori un giovane che un professionista. E i giocatori che reputo più informadovrannogiocarenelle posizioni in cui possono esprimersi al meglio». Ecco che oggi si potrebbe tornare al di spallettiana memoria, con (favorito su Borriello acciaccato) unica punta. Un modulo che fece le fortune del tecnico di Certaldo e chissà non possa fare quelle del neofita Vincenzino. La parola al campo.