Palazzi (StageUp): "La caccia al business farà crescere la Roma"

09/02/2011 10:45

iovanni Palazzi, ingegnere, consulente e docente in marketing, comunicazione aziendale e organizzazione, ma soprattutto presidente e amministratore delegato di StageUp, società impegnata nella consulenza e nella ricerca nel business dello sport. Tocca a lui parlare di Thomas DiBenedetto, ovvero colui che potrebbe presto diventare nuovo proprietario e presidente della Roma«Da quanto mi è capitato di leggere sui giornali, sia mo molto vi cini a una conclusione della trattati va - racconta Palazzi -. Di si curo si tratta di una novità importante per il nostro si stema e per il nostro modo di intendere il calcio. Gli ameri
cani hanno una visione diffe rente rispetto alla nostra: in tendono lo sport come una forma di intrattenimento evoluto, che permette di fare affari. E DiBenedetto, alla luce del suo curriculum, è senz'altro un esperto in materia, visto che è azionista dei Boston Red Sox addirittura dal 1978» . 



BUSINESS - 
La nuova Roma partirà sulla base di un nuo vo modello di business.«Mi aspetto un approccio più orientato a ciò che dice la legge, ovvero che i club calci stici sono di fatto società a fi ni di lucro- dice Palazzi -.Un discorso che per la Roma è ancora più valido, in ra gione della quotazione in Borsa». Se condo quanto trapelato dei programmi di DiBenedetto, però, l'idea è quella di una futura uscita dai listini.«Anche Malcom Glazer, quando è di ventato proprietario del Manchester United, ha fatto lo stesso- sottolinea il presi dente di StageUp -.Ma la trattativa che riguarda la Ro ma è impostata su basi com pletamente diverse. Il club inglese fu acquistato con isuoi stessi soldi, ovvero con un indebitamento della so cietà, per poi toglierla dalla Borsa. Nel caso di quella giallorossa, invece, l'opera zione prevede la cessione da parte di Italpetroli, tramite Unicredit, del pacchetto di azioni che consentono il con trollo della società. Non si tratta di un'Opa operata sui mercati finanziari».



DELISTING SI’ O NO? -
Di
 qui le conseguenze per coloro che posseggono azioni del club giallorosso.«In caso di Opa e quindi di acquisto dei titoli sul mercato borsistico, tutti i soci avrebbero le medesime garanzie- spiega Palazzi -.In questo caso, invece, le ga ranzie sono esclusivamente di chi cede il pacchetto di controllo. Come prevede la Consob, una volta insediata, la nuova proprietà dovrà ma nifestare pubblicamente le proprie intenzioni: nel caso,se confermare la quotazione o se, invece, procedere con il delisting. Se la scelta doves se essere la seconda, allora si darebbe il via ad un'opera zione di acquisto di tutti i ti toli presenti sul mercato, in modo da ritirarli in via definitiva dalla Borsa».



STADIO, VIVAIO E MARCHIO - 
Al momento, comunque, si tratta soltan to di possibili scenari, tutti da confermare in concreto. «Da quanto ho appreso, si tratta di un'operazione senza precedenti per il nostro terri torio, alla luce del livello del l'investimento ma anche per­ché ad essere coinvolta è la à di Roma. La linea mi pare quella più aderente al fair-play finanziario voluto da Michel Platini, con ragio­namentisullo stadio di pro prietà, sul rafforzamento del vivaio e pure del marchio. Ovvio che, in questo modo, la Roma sarebbe agevolata in tema di licenze Uefa e, visto che il piano finanziario pre vede di raggiungere un fattu rato di 250 milioni di eu ro, allora la qualificazio ne alla dovrebbe es sere sistema tica ». Un ulti mo aspetto, per concludere:«Sono favo revole al fatto che Unicredit resti ancora in società. Il cal cio in Italia vive di una rete di relazioni importante e molto particolare. Avere nel management chi ha questo tipo di esperienza, agevolerà certamente l'inserimento e il successo di DiBenedettodella sua cordata».