20/02/2011 10:39
dialoghi melodrammatici, confronti accesi, sveglie notturne al suono di bombe carta ed esibizioni di interi campionari di zappe, vanghe, scopettoni, sturalavandini, water closet e sciacquoni. Nel libro delle contestazioni a Trigoria c'è un po' di tutto. Dalle uova fresche o dai pesci andati a male addosso ai giocatori, dopo una sconfitta in casa con la Cremonese dell'allora Rometta dei primi anni '90, ad Aldair scortato, Cafu (con figli al seguito) sconvolto, Gurenko piangente e svariate automobili da portare direttamente dallo sfasciacarrozze come accadde nella famosa contestazione post-eliminazione dalla Coppa Italia con l'Atalanta in quella che poi finì per essere la stagione del terzo scudetto.
Altri ricordi dai tanti giorni di protesta davanti al Fulvio Bernardini: Zebina insultato che discute animatamente prima con i contestatori e poi con i poliziotti che lo stavano rispedendo in macchina (volò anche un leggero colpo di manganello sulla nuca del giocatore), un sit-in contro Rosella Sensi dietro lo striscione «Tu alla presidenza, noi all'opposizione» e delegazioni di tifosi accolte all'interno del Fulvio Bernardini per far sentire le proprie ragioni direttamente a chi di dovere. Cose brutte: bomboni ascoltabili anche da Pomezia, bombe carta sparate dall'esterno verso l'interno (come nel momento buio della scorsa stagione), qualche minaccia e insulti razzisti. Ma anche iniziative fantasiose: tifosi con addosso ciambelle di salvataggio, gare di pernacchioni e show di battute tipicamente romane. «Tira solo Caniggia», urlarono a Boskov all'indomani della squalifica dell'argentino. Una battuta faceva più rumore di cinque bombe carta.