Pizarro risorto, tifosi scettici: "Dov’eri finito?"

25/02/2011 09:21

GASPORT (A. CATAPANO) - 
Ai miracoli si può anche credere, ma la resurrezione di David Pizarro va oltre pure la fede. Nemmeno il tifoso integralista si è bevuto la parabola del nuovo Lazzaro, al limite gli si può associare quella del figliol prodigo.

«Felici che sia tornato, bravo a a restare in campo per 75’. Ma dove si era nascosto in tutto questo tempo, quando la Roma aveva bisogno di lui?» . Non si faceva vedere dal 28 novembre.La riapparizione del cileno ha tenuto banco tutto ieri, nelle chiacchiere da bar. Romanisti disposti a perdonarlo, ma non a farsi prendere in giro.

Diavolo o santo? Ora il nuovo corso societario, affidato a Gian Paolo Montali, prevede una comunicazione più ermetica, anche per gli spifferi: interviste concordate, fronte comune di fronte alle telecamere, polemiche chiuse nello spogliatoio. Perciò, la resurrezione di Pizarro si ascrive solo alle capacità taumaturgiche di Montella e allo stoicismo del cileno, che ha sopportato dolori e fatica. Ma del ragazzo, anche da Trigoria, fino all’altro giorno si dicevano peste e corna. Malato immaginario, invidioso degli stipendi altrui, scorretto, poco professionale, va multato, qualcuno si spingeva perfino oltre: andrebbe licenziato. Reo, prima di aver tirato la corda dal Cile, prolungando le vacanze natalizie, ufficialmente per curarsi meglio il ginocchio. Poi, una volta tornato e ristabilito, di aver evitato come la peste il campo, chiedendo di esibirsi con la Primavera o, al massimo, di accomodarsi in tribuna. Ranieri avrebbe voluto rispolverarlo (e forse il Pizarro visto a gli avrebbe salvato la pelle) già con il , tanto il ragazzo trottava in allenamento, e invece quello ha traccheggiato pure con Shakhtar e , assistendo all’affondamento dell’allenatore cui pure deve, un anno fa, la stagione migliore della sua carriera.

Protetto Poi, è planato Montella. Pizarro, che non è fesso, aveva chiesto pure al nuovo tecnico di rientrare gradualmente, per salvare la faccia. Si sono parlati tre giorni e tre notti, è intervenuto pure Montali, lo hanno preso per sfinimento, gli hanno promesso in cambio un cordone protettivo: nelle interviste post-partita, a , si sarebbe registrato unanime consenso per il redivivo. Lui a quel punto si è convinto. Al «povero» Ranieri invece gliela aveva giurata una sera di novembre, alla vigilia di Roma-Bayern. Quando seppe dall’amico che l’allenatore lo aveva convocato per comunicargli che in futuro non li avrebbe schierati insieme e che la sua scelta ricadeva sull’azzurro, col cileno retrocesso a panchinaro. Non proprio un genio della psicologia, sir Claudio. Ecco, almeno su questo si può concordare: Montella ci sa fare di più