31/03/2011 11:08
Entrata da via Liberiana, uno sguardo alla Basilica, che DiBenedetto ha particolarmente apprezzato, e quattro chiacchiere con un amico di vecchia data, il Cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston da undici anni Arciprete della Patriarcale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore. Un'ora e mezzo di colloquio. Thomas glielo aveva promesso al cardinal Law: «Quando vengo a Roma, ti passo a trovare».
Detto, fatto. Appena ha potuto, dopo aver passato i primi due giorni asserragliato al primo piano dello studio Grimaldi e Associati, DiBenedetto ha mantenuto la parola data.
Il «mostro con la coda», una volta uscito da Santa Maria Maggiore, ha continuato a percorrere Roma. Piazza di Spagna, il Vaticano, tragitti allungati (alla faccia dei navigatori satellitari), finte di tornare in albergo, Via Veneto, Castel Sant'Angelo e alla fine il vero e proprio ritorno in hotel. Pausa, pranzo, un po' di relax e poi di nuovo tutti in marcia. Destinazione, stavolta, Villa Taverna: un'ora e mezzo di colloquio privato per incontrare per la prima volta l'ambasciatore Usa in Italia David Thorne.
Il tragitto del «grande mostro con la coda» non è finito qui: pit stop volante davanti all'albergo per ricevere una cartellina, ping pong da una sponda all'altra del Lungotevere e arrivo allo studio Tonucci, a un tiro di schioppo da piazza del Popolo. Quasi tre ore di riunione, poi la carovana è tornata di nuovo on the road. Prima della cena al ristorante «Al Parlamento» di via dei Prefetti a base di cacio e pepe, DiBenedetto ha regalato agli inseguitori un saluto e il secondo «Forza Roma» in italiano dallo sbarco di lunedì mattina. Poi, finalmente, è arrivato il meritato riposo e il rompete le righe per l'intero corteo. Anche i «grandi mostri con la coda» dormono.