19/03/2011 09:52
Insomma: Daniele De Rossi, per la gomitata a Darijo Srna nellultimo infuocato Shakhatar-Roma (8 marzo scorso), ritorno degli ottavi di finale di Champions League, ha rimediato tre giornate di squalifica. Non di più. Il giusto, dicevamo. Sanzione normale. A Trigoria hanno temuto il peggio, visto che Daniele era recidivo (Mondiale 2006, gomitata allo statunitense McBride) e nella gara di andata era stato assolto per unaltra manata galeotta a un difensore ucraino, poi non presa in considerazione dallUefa nonostante la sollecitazione da parte dello Shakhatar di visionare la prova tv. Daniele De Rossi - dice il comunicato dellUefa - «salterà i prossimi tre match delle competizioni Uefa per i quali sarà qualificato». Qualificato lui, non la sua squadra. Quindi, qualsiasi maglia indossi, questo è ovvio. De Rossi si becca tre giornate (Srna non è stato ferito e anche sotto laspetto dellimmagine internazionale, Daniele ne è uscito con le ossa meno rotte) e il ct azzurro Cesare Prandelli gli evita la fatica di rispondere alla prossima convocazione in Nazionale. Un provvedimento che sa tanto di punizione (cè aria di unesclusione punitiva anche per Mario Balotelli, espulso giovedì in Europa League), anche se Daniele la prende come occasione per fermarsi. Lha anche detto («la prendo come un premio, vorrà dire che mi riposerò...») e questo non ha fatto molto piacere ai dirigenti (e non solo a loro) della Federcalcio, che si aspettavano magari un «mi dispiace, la Nazionale mi manca», oppure, «tengo molto alla maglia azzurra», etc etc.
Daniele alla maglia della nazionale tiene davvero, dopo il derby era accecato dalle troppe critiche ricevute e certe parole sullazzurro, forse non le ripeterebbe. Si è sentito il problema di tutto. Come a dire: se devo essere un guaio anche per la Nazionale, meglio se mi riposo. Il caso cè, ma rientrerà presto, magari quando lo stesso Prandelli deciderà di chiamare De Rossi. Ora ci sarà da attendere la decisione della Roma sul ricorso da presentare. Lidea è quella di non fare troppa confusione, anche perché a Trigoria sanno tutti che Daniele, visti i precedenti, ha rischiato 4/5 giornate e ora, con le 3, è consigliabile non ricorrere in appello. Ma cè tempo una settimana per decidere, anche se laria non è quella di battagliare ancora per una riduzione della pena. E De Rossi è daccordo. Quindi il ricorso probabilmente non si farà. Niente Europa, niente nazionale, non gli resta che faticare per il finale di campionato della Roma, che tanto cara ancora è per lui. Lo sfogo post derby era per mettere i puntini sulle i, per far trapelare la sua amarezza per il «vento che stava cambiando» nei suoi confronti, per le critiche aspre che la città, gran parte di essa, gli ha rivolto per le sue prestazioni ritenute non in linea col suo passato da leader e da uomo fondamentale per la Roma. Cè anche chi ha chiesto di togliergli la fascia. Accuse che non gli hanno fatto piacere e che lo hanno spinto a fare quelle dichiarazioni. Parole che a Trigoria hanno fatto suonare più di un campanello dallarme, visto che Daniele è un calciatore che va a scadenza nel giugno 2012. Non 2021, ma 2012, cioè tra un anno soltanto. E già la questione Mexes non è stata digerita troppo da qualcuno che cè e da qualcun altro che verrà. Con De Rossi mica rifaremo un altro Mexes, questo si sente dire a Trigoria. La questione va aggiustata, anche presto. Intanto De Rossi è alle prese con una fastidiosa tendinite, che gli impedisce di allenarsi con regolarità e con la solita spinta. Montella non vuole fare a meno di lui per la sfida di Firenze, in programma domani alle 12.30. Quindi è difficile pensare a una Roma senza De Rossi, proprio ora che, derby vinto, si sono riaccese le speranze per riagganciare il quarto posto. Ieri si è allenato con il resto del gruppo. E stato provato al centro con Pizarro, coppia che pian piano sta risollevando le sorti della Roma.