18/03/2011 21:34
Come nella Capitale. Solo che De Silvestri adesso sta a Firenze, e non vive nemmeno un bel momento. Epurato dalla squadra titolare per far spazio alla solidità e all'esperienza di Comotto. Mihajlovic ha scelto, qualche tempo fa, e non è più tornato indietro. Colpa di prestazioni spesso ritenute deludenti e di un equilibrio raggiunto ma al tempo stesso delicato. Difficile cambiare ora che le cose funzionano. Soprattutto in difesa, una delle migliori del torneo.
Eppure all'inizio della stagione doveva esser lui il padrone della fascia destra. Sinisa ci puntava e le prime partite ne furono precisa testimonianza. La sua capacità di offendere, quella corsa travolgente, la potenza devastante nell'allungo piacevano (e piacciono) da matti al tecnico serbo. Poi c'è il campo, però, e la riprova dei fatti, che spesso hanno dato torto all'ex giocatore della Lazio.
Un campionato deludente, il suo, con molti bassi e qualche abbaglio di speranza. Come nella partita di Napoli, quando Lorenzo mise in mostra tutto il suo potenziale. Qualità e valori che nessuno mette in dubbio ma che faticano ad esplodere. Troppi errori in fase difensiva, poca convinzione nello spingersi in avanti, De Silvestri ha pian piano perso la sua identità.
Lui non molla, però. Anzi. Allenamenti a mille all'ora e un atteggiamento irreprensibile. E' uno dei trascinatori del gruppo, soprattutto nello spogliatoio. Scherzi, urla, musica. Desi (come lo chiamano i compagni) è un ragazzo d'oro. "C'è un gran clima. Il più casinista? Beh, Devo dire che De Silvestri è un bel cavallo...", raccontò Natali nei giorni di ritiro dolomitico. Più chiaro di così...
Uno della strada, che ama la musica e, soprattutto, la Lazio. Il biancoceleste lo porta nel cuore da sempre e toglierselo di dosso è stata dura. Andare avanti, però, era impossibile. Colpa di un rapporto inesistente col presidente Lotito. Non si potevano (e non si possono) vedere, e il solo sentir pronunciare quel nome e quel cognome provoca in De Silvestri eruzioni allergiche. I tifosi, quelli della Nord, quelli che il difensore considerava amici non lo hanno capito. Lo fischiano, quando torna all'Olimpico, e questo gli fa male. Molto male.
Ma la squadra del cuore è cosa sacra. Non si cambia, per nessun motivo. E allora lui continua a sentirsi uno di loro e ad aspettare la Roma come la gara della stagione. Mihajlovic lo sa. Per lui vale lo stesso discorso. Ha giocato in giallorosso, è vero, ma la sua storia è legata alla Lazio. Leggendari i suoi scontri (guarda caso) con Totti e Vincenzo Montella. Chissà, forse per questo De Silvestri spera in un'improvvisa opportunità. Perché Sinisa lo capisce, e vede un ragazzo con la voglia matta di esserci. La Roma è sempre la Roma, il derby è sempre il derby.
Eppoi c'è quel ricordo da cancellare. Quella corsa pazza verso la porta giallorossa, quel pallone perfetto che arriva sul destro. La rabbia, la voglia di spaccare la rete, e quel tiro finito alle stelle. Era Fiorentina-Roma dello scorso anno, ed i viola persero una partita dominata. De Silvestri ha portato a lungo quel peso. Messaggi, telefonate, sfottò. Ora ancora quelle chiamate, e ancora gli sms. "Vendicace...", "Almeno te battila 'a Roma...". Potesse, De Silvestri, sarebbe già a scaldarsi sul prato del Franchi...