10/03/2011 10:54
Perché tutto ha voluto dire per Mexes la Roma in questi sette anni trascorsi in giallorosso. Avrebbe voluto chiudere la sua esperienza romanista in un altro modo, con quel grande successo che gli è sempre mancato. E invece (anche in questo caso, salvo miracoli) non succederà: Philippe il 30 giugno andrà via, a Milano danno per fatto il trasferimento in rossonero, carte firmate ancora non ce ne sono, ma il più è deciso. Se poi DiBenedetto dovesse convincerlo, allora la storia potrebbe anche continuare. Ma al momento pare una possibilità più che remota. Soprattutto perché atteggiamenti come quelli di martedì sera fanno riflettere: quando Philippe è uscito dal campo lespressione più eloquente è stata quella di Vincenzo Montella, suo ex compagno prima ancora che suo allenatore. «Ma che hai fatto?» sembrava dirgli con il gesto delle mani mentre lui scendeva le scalette dello spogliatoio. Mexes ha tirato dritto, guardando con unocchiataccia i tifosi ucraini che, ironicamente, gli battevano le mani. A fine partita nessuna parola, anche se cè chi giura di avergli sentito dire «mi dispiace».
I giornalisti di Donetsk, impietosi, facevano il conto delle sue espulsioni in carriera. E lo riportavano a qualche collega italiano, stupendosene: 12 espulsioni totali in carriera, come detto. Partendo dal 2003, quando era ancora in Francia con lAuxerre, finì prima del tempo due partite, una in campionato e una in Europa. Idem nel 2004/2005 quando già indossava la maglia della Roma: la prima espulsione in Champions ci fu contro la Dinamo Kiev, in quella che viene ricordata come la gara della monetina lanciata allarbitro Frisk. Nel 2006 altri due rossi in campionato e uno in coppa Uefa, mentre nel 2008 uno in serie A e uno in Coppa Italia. Nel 2009 altre due espulsioni, questanno idem: una in campionato, a Brescia, una in Champions. A cui, poi, va aggiunta la squalifica per gli insulti al quarto uomo dopo la gara dellOlimpico sempre contro il Brescia. In tutto, quindi, cinque giornate di squalifica in questa stagione, a cui se ne deve aggiungere unaltra in Europa che però Philippe sconterà con unaltra maglia. Anche questo, nella fredda notte ucraina, fa male.