Montella: "Come qualità siamo superiori. Serve il massimo"

08/03/2011 09:17

CONSENSO -C’è vicino a Montella. Il capitano fa sì con la testa, dando inizio a uno scambio di com­plimenti che sa tanto di investitura anche per il futuro un po’ più lontano, quello con la nuova proprie­tà a stelle e strisce. Montella, come que­sta Roma, è pronto a giocarselo questo futuro, stasera, in novanta minuti da dentro o fuori, in una partita senza appello. Qualificarsi per i quarti vorrebbe dire mettere un primo, solido, mattone, su quel­lo che sarà:« La partita d’andata era cominciata bene, l’ho vista acasa, la Roma era andato in van­taggio, poi ha pagato dieci minuti di follia, reagendo nel secondo tempo e con un pizzico di fortuna avrebbe meritato il pareggio. Lo Shakhtar ha giocatori di qualità e corsa, ma ha dimostrato pure di essere battibile, perché la Roma, nella gara d’andata, ha avuto co­munque molte occasioni da rete. Se questa volta, riusciremo a esprimerci al top, possiamo essere ottimisti, perché come qualità dei giocatori siamo superiori. Siamo qui per giocarci la nostra Europa con l’obiettivo che non finisca qui. Lo spirito deve essere quello degli ultimi dieci minuti di Lecce. Do­vremo giocare con la massima at­tenzione contro un avversario che non perde in casa da quasi sessan­ta partite, cercando di non conce­dere gli spazi in cui sa essere dele­terio. Ho sentito tanto parlare di modulo di altri allenatori e degli stessi giocatori, del resto sono gli stessi di cinque-sei anni fa e ovvia­mente hanno cinque- sei anni in più, ma se indossano ancora la maglia della Roma è perché se lo meritano, questa è la realtà, tutto il resto sono chiacchiere».

SPOGLIATOIO- Finale per dire la sua sulle recenti intemperanze nello spogliatoio:«Borriello-Menez? Si è detto forse pure troppo su questa storia. Sintetizzo: meglio litigare. Quando abbiamo vinto lo scudetto non andavamo troppo d’accordo, l’anno dopo c’era grande sintonia nello spogliatoio eppure quello scudetto lo abbiamo buttato. Con è facile tutto, giocarci insie­me perché ha qualità tecniche e visione di gioco. E anche allenar­lo perché è maturato come perso­na, è un ragazzo disponibile, ac­cetta tutte le scelte con serenità e lui potrebbe pure permettersi qualche cosa in più rispetto ad al­tri. Per me è un privilegio, un me­rito e una fortuna averci giocato insieme e adesso allenarlo ».