08/03/2011 15:18
Intanto è durissimo: «Non è stato un bel vedere, bisogna anche saper gestire le tensioni. Certi atteggiamenti non possono essere tollerati. Anche da questi gesti si capisce lo spessore di un giocatore. Sono incavolato, alcuni comportamenti vanno limati a certi livelli. Mi danno fastidio. Mi riferisco pure alle ammonizioni inutili e al perdere la testa. Io posso anche difenderli in pubblico, mentre in privato li riprendo. Ma è la società che deve intervenire. Le provocazioni ci stanno pure per strada. E allora, uno che fa, si mette a litigare tra la gente? Il problema è che qui ci sono giocatori troppo tifosi».
Meno drastico, invece, sul nuovo siparietto per un rigore: «Designo sempre il rigorista prima della partita. Sia a Lecce che qui era Pizarro, ma chi ha giocato a calcio sa che a volte un giocatore vuole colpire in un determinato momento. Pizarro glielha fatto tirare con molta serenità. Mi dispiace per Marco. La prossima volta lo tiro io... A Totti quando giocavo glielo ho chiesto tante volte, a volte me lo ha lasciato, tante volte no. Capello ne designava due di rigoristi e si toglieva il problema...».
Difende la scelta di Borriello titolare: «Pensavo che loro nella prima parte si difendessero. Quindi ci voleva più fisicità allinizio, per poi giocarmi Totti nel secondo tempo». Svicola in vista della Lazio: «Magari mi servono sia Totti che Borriello». Non boccia la Roma di Donetsk: «Non ho trovato giocatori egoisti, ho visto una squadra che aveva voglia di vincere e un gruppo affiatato. Fino allespulsione abbiamo fatto unottima gara, con velocità di gioco, siamo arrivati al tiro cinque-sei volte. Dopo lespulsione la gara è cambiata. A questi livelli non puoi sopportare un uomo in meno per cinquanta minuti. Abbiamo concesso pochissimo nel primo tempo. Si sbilancia, anche troppo: «È stato fatto un grande passo sotto la convinzione di squadra».
«Ora mi preparo a essere massacrato. Ma mi sono preso la responsabilità, come feci proprio nel derby dandata: a volte va bene, altre no» chiarisce Borriello. «Da quando ho detto quella frase dei venticinquemila gol non segno più, da un po di tempo mi gira tutto storto» la triste considerazione del centravanti. «Sono dispiaciuto per leliminazione». Totti evita di buttare altra benzina sul fuoco di unuscita di scena così allarmante. Ammette che, però, la delusione non è solo per laddio alla Champions. «Anche perché non sono sceso in campo». Con una smorfia e un «boh»