02/03/2011 10:26
Fa un preciso distinguo uno degli ex compagni di squadra che più gli sono rimasti affezionati. «Se cè un potenziale, bene. Altrimenti Perché lui è uno dei top tra gli allenatori. Uno che ha la possibilità di stare al Chelsea, come di andare al Real Madrid, se vuole. Si tratta quindi di capire bene cosa diventerà la Roma da qui a breve. Perché venirci a fronte di una situazione in cui ci si limita a qualche rinnovo, è una cosa. Altra è se ci sono i mezzi per spendere, rendendo più competitiva la squadra. Sinceramente, non so se è stato cercato dalla società. Lo saprà certamente lui. Certo, mi farebbe piacere che venisse. Così come mi dispiacerebbe se, dopo una sconfitta o un pareggio, venisse contestato. E andar male con uno squadrone è un conto. Andar male, invece, perché ci si è presi una brutta gatta, è un altro. Ripeto: cè da capire in quale contesto ci si dovrà muovere. E, una volta fatta chiarezza sul progetto, tutto diventerà più facile. Anche, per lui, prendere una decisione».
«Se davvero venisse a Roma, gli chiederei di portarmi con lui» confessa Aldo Maldera, che di Carlo Ancelotti è stato compagno di squadra nella Roma dello scudetto 82/83 e nelle due stagioni successive. «Quelle in cui condivisi anche i momenti difficili, come linfortunio al ginocchio» ricorda lex terzino sinistro. «Con Carlo abbiamo continuato a sentirci, almeno finché è stato a Milano. Lui è uno che prima ancora di diventarlo, allenatore lo era già in campo. Ha sempre avuto voglia di insegnare, sapendo trasmettere valori e competenza. Facemmo insieme il corso allenatori, quello di prima categoria, il master. Era lanno in cui lui allenava il Parma. Ne sono passate di stagioni da allora. Nel frattempo, Carlo ha vinto praticamente tutto: con il Milan, con cui aveva vinto anche da giocatore, e non solo. A Londra sta facendo altrettanto bene, ma se non è cambiato da come lo ricordo Roma continua ad essere nel suo cuore. E credo che laver detto che un giorno vi tornerà da allenatore corrisponde a ciò che desidera veramente. Come vedrei Ancelotti sulla panchina della Roma? Sarei felicissimo, innanzitutto perché lo reputo una grande persona, con valori veri. E poi, perché è uno dei tecnici più bravi al mondo. Senza contare che conosce bene lambiente romano, dove ritroverebbe Bruno Conti, che è suo amico fraterno da sempre. Ha allenato i più grandi campioni del mondo e viene dalla scuola di Arrigo Sacchi, che è stato il papà di tutti gli attuali tecnici cinquantenni. E poi, è uno che alla Roma ha dato tanto. E arrivato che aveva ventanni e cè rimasto a lungo, ha un ottimo ricordo della città e so che è sempre stato il suo sogno già allora, quando se ne parlava tra noi di tornarvi un giorno, magari per chiudervi la carriera». Conferma, Maldera, che lo seguirebbe volentieri. «Sarei ben felice. Vivo a Roma da venticinque anni, ho due figlie romaniste... Non mi sto sponsorizzando, però, qualora arrivasse, pur non avendo mai telefonato a nessuno, dico che se gli servisse una mano, non mi dispiacerebbe dargliela ».