Pizarro: così il ribelle è tornato decisivo

06/03/2011 11:25

La storia recente di David Pizarro, in fondo, racconta la parabola di un campione giudicato da tutti un hombre vertical, la cui caduta e resurrezione — culminata venerdì col rigore vincente segnato a Lecce — è in pratica coincisa con quella della Roma.

Sapore spallettiano C’è il marchio di fabbrica del regista cileno in questo primo spicchio dell’era Montella. Con il nuovo allenatore infatti — ed il conseguente ritorno al dal sapore spallettiano — Pizarro è risultato decisivo. Non a caso, con lui in campo, la Roma ha vinto a e Lecce ed in casa contro il Parma, prima dell’uscita per infortunio del Pek, i giallorossi erano serenamente in vantaggio per 2-0. La zona d’ombra D’altronde, come sorprendersi se il cileno nella scorsa stagione fu forse il migliore della Roma? Il fatto è che, da maggio a marzo, Pizarro ha vissuto 10 mesi difficilissimi. Prima l’accentuarsi della condrite (un’infiammazione alla cartilagine del ginocchio, il ), poi la scelta di non operarsi ma di puntare a curarsi con i «fattori di crescita» dal professor Castellacci, della Nazionale azzurra. Quindi i problemi fisici fino alla mazzata psicologica, con Ranieri che gli dice che per il momento nel suo ruolo è meglio che giochi . Il cileno non ci sta e sotto Natale allunga arbitrariamente il soggiorno sudamericano per curarsi in patria, non rispondendo al telefono. A metà gennaio il ritorno e le scuse, ma la preparazione è da ricominciare, col cileno— che racconta di non essere mai considerato da Ranieri neppure dal punto di vista delle condizioni di salute — sempre più ai margini. Ma la guarigione arriva, non così la voglia di mettersi a disposizione, che torna solo con l’arrivo di Montella. E i tifosi? Lo adorano, ma non gli perdonano la «diserzione» e così contro il Parma lo fischiano. Sembra il punto più basso, ma l’ultima spinta è quella di Ranieri, che dice: «È uno che non ti guarda mai negli occhi» . Per questo ieri il rigore segnato al Lecce e la corsa sotto la curva dei tifosi è sembrata la fine di un incubo, la fine del caso. Menez: lite e scuse Ma nella Roma meglio non distrarsi. E così c’è da registrare la lite poi rientrata, grazie alla mediazione di Montella e Montali, fra un nervoso Menez e Borriello, reo di non avergli passato un pallone a pochi secondi dalla fine. Il francese insiste, l’ex milanista si difende animatamente, ma un intervento prima di compagni e dirigenti (Brighi e Conti) evita confronti bruschi. Complice la vittoria, comunque, c’è il rapido lieto fine, con Menez che si scusa davanti a tutti. Ma i titoli di coda sono chiari: per il match con lo Shakhtar scalda i motori una Roma sempre ad alta tensione.