05/03/2011 11:59
Claudio Ranieri ha commesso errori e omissioni, ne è consapevole, sa che in alcune occasioni meglio avrebbe fatto a non utilizzare certi giocatori, meglio avrebbe fatto la società a riportare la disciplina. Le sue dimissioni sono un atto coerente, agevolato da uno stato di benessere che non è un reato, non è una colpa anche se le invidie e le gelosie, per i denari altrui, vanno via come il pane.
Uscito Ranieri è immediatamente scattata loperazione simpatia per Vincenzo Montella che, dopo leuforia del brindisi, si ritrova con la stessa emicrania del predecessore perché sono i calciatori a far grande una squadra e non viceversa, comela cultura (si fa per dire) contemporanea impone, non avendo altro da occuparsi se non di kamasutra tattico. Penso che Ranieri possa trovarsi una sistemazione in Inghilterra, dove, qualcuno lo ha dimenticato, ha ottenuto un secondo posto con il Chelsea di Ken Bates non di Abramovich, consegnando a Mourinho non una squadra da rifondare, come il portoghese ha sostenuto agli astanti milanesi, ma un gruppo che comprendeva Glen Johnson, Terry, Makelele, Lampard, Joe Cole, Wayne Bridge, il nerbo del gioco. Come la Roma di oggi che non è una squadra finita anche se chi stava in piazza Venezia si è poi trasferito in piazzale Loreto.