«Rinuncio a tanti soldi, ma ritrovo la felicità»

10/03/2011 08:54

Proprio Montali ha vissuto come protagonista questa vicenda, ottenendo domenica la firma del calciatore e martedì quella di Rosella Sensi. La Roma risparmia un sacco di soldi (stipendi arretrati e commissioni varie escluse), lo dirà Adriano stesso.  Il brasiliano ha vissuto il suo ultimo giorno a Trigoria: ha pranzato con i compagni, sì anche lui ha svuotato l’armadietto. Del resto fanno tutti così quelli che se ne vanno. E’ partito per il Brasile. E in Italia o a Roma tornerà per qualche vacanza. «Ho aperto le mie mani, e ho perso tanti soldi: ma per me conta essere felice, e io in Brasile lo sono. A giocare in Europa? Mai più», il suo testamento verbale regalato a Sky. Felice, finalmente. E così sia. «Non ho mai avuto tanti infortuni come quest’anno, forse è un segno di Dio, che mi spinge in Brasile. A casa ho due figli, quando li sento al telefono piango. Non ho chiesto a mia madre di seguirmi qui in Italia e di portarli perché non era facile, non era giusto. Ho 29 anni, mi devo curare da solo. Io esco a testa alta». Del resto, Adriano s’è fatto male indossando la maglia della Roma e tutte le sue insubordinazioni le ha pagate con multe salate.



E’ andata così. «Ho due figli e sono lontani dalla madre. Tutti mi chiedono perché non li porto in Italià. Non è facile. Fossi stato egoista, avrei preso mia madre e l’avrei portata qui con i bambini...». Adriano è stato sempre molto apprezzato - umanamente - dalla squadra. «Io sono un ragazzo sensibile, le cose pesano tantissimo sulle mie spalle. Non ce la facevo più, ho parlato tanto con la Roma, ora sono contento di aver trovato la soluzione. Esco a testa alta perchè non ho mai offeso nessuno, mi dispiace solo per non aver potuto aiutare i miei compagni. Purtroppo non sono riuscito a dare il mio contributo per colpa degli infortuni: sono stato davvero sfortunato, o forse era un segno che dovevo fare una scelta. Prima l’adduttore, e sono stato fermo due mesi, poi la caviglia, e un altro stop. Ho giocato solo due partite, col Milan e col Chievo, facevo dei progressi»



Comunque, un lieto fine. «Adesso sto bene perché sto facendo una cosa veramente di cuore: ho deciso con la società di andare via per un problema mio. Abbiamo parlato e deciso di finirla qui. Potevo anche rimanere in Brasile quando mi hanno lasciato la prima volta, però non volevo fare quel che avevo fatto con l’Inter. All’epoca commisi l’errore di non parlare con la società per risolvere la situazione. Stavolta l’ho fatto e sono felice». Tutti felici.