Vincenzo studia da Carletto

01/03/2011 10:40

Per questo, oggi Trigoria sarà deserta. Ieri mattina la squadra si è allenata: più intensamente i giocatori non impiegati contro il Parma, in maniera blanda gli altri. Oggi relax per tutti, domani si rifatica di nuovo. Con particolare attenzione alla fase atletica. Come sottolineato dallo stesso Montella e da Montali domenica pomeriggio, la squadra ha bisogno di «rifare la preparazione perché nell’ultima mezzora c’è un calo evidente». Farla da capo, con le partite che si susseguono a ritmi vertiginosi, è ovviamente impossibile, ma si possono fare dei richiami e degli allenamenti specifici che, nell’arco di tre settimane, massimo un mese, consentano alla squadra di avere il ritmo giusto per 90 minuti.

E’ su questo che sta lavorando Montella insieme al professor Bertelli e a tutti gli altri uomini che compongono lo staff della prima squadra. Si guardano molti video, si utilizzano dati e statistiche sul pc, si cerca di capire cosa possa essere più adatto a questo o a quel giocatore. Ma, soprattutto, si lavora, si corre e si suda a Trigoria. Dove, da una settimana, gli allenamenti sono più intensi. Bisogna però andare per gradi: sovraccaricare i giocatori sarebbe un errore enorme, si rischia di «andare fuori giri», come fanno sapere dal Bernardini. Meglio aggiungere ogni volta un po’ di più, fare slalom tra i paletti, ripetute, scatti e corsetta leggera,meglio se alternati.

Basti pensare che ieri, durante il classico "torello", Montella ha inserito una parte atletica: a ogni fischio dell’allenatore, i giocatori facevano uno scatto breve per poi tornare a passarsi il pallone. Poco dopo, altra novità: la comparsa dei fratini numerati, necessari per dividersi i compiti e fare esercizi specifici, meglio se divisi in piccolo gruppi da 4 o 5 giocatori al massimo. Questi decisi da Montella sono compiti innovati sotto un certo aspetto (vedi il giorno di riposo) classici per altri. Al contrario, invece, di quanto successo a Riscone quest’estate, quando si preferì puntare su metodologie di lavoro piuttosto inedite.

L’ex Capanna, in un’intervista a Roma Channel lo scorso luglio, rispondeva così a chi gli chiedeva se la preparazione della Roma fosse «blanda» rispetto alle attese: «Con il mister ci siamo chiesti: "Possibile che c’è un solo modo per allenare i calciatori?". Ovviamente la risposta è no. E da lì siamo partiti. Noi, ripeto, vogliamo la partecipazione emotiva dei ragazzi e per questo abbiamo inserito il pallone fin dal primo giorno di lavoro. Alcune metodologie non vanno bene perché i ragazzi non le sentono trasferibili in partita. Quindi seguiamo una preparazione con variazioni di ritmo continue, e molto meno fondo rispetto al passato». A vedere quello che sta accadendo oggi, difficile dire che la scelta sia stata giusta.