14/04/2011 09:49
C'è un posto in Champions da difendere e manca una carta di riserva come Grant quando Abramovich e Mourinho divisero i loro destini. Proprio Mourinho è il sogno numero uno del miliardario russo, ma il ritorno a Londra del portoghese non sembra imminente. Guardiola è l'altro sogno proibito, ma qui forse Abramovich potrebbe tentare il colpaccio, altrimenti dovrà ripiegare su un'altra soluzione: Hiddink, Van Basten, Villas Boas. C'è anche Lippi, che si è candidato, ma in Inghilterra gli allenatori italiani non vanno più di moda. Di Matteo è stato licenziato dal WBA. Ancelotti non ha futuro a Londra. La permanenza di Mancini al Manchester City è legata alla qualificazione in Champions. Il più saldo di tutti è Fabio Capello: se non avvengono disastri, guiderà la nazionale fino agli europei del 2012. L'unico suo cruccio è che potrebbe perdere Franco Baldini, molto più di un general manager per Capello: è la sua stampella. E Capello ha infatti chiesto al dirigente toscano di restare fino agli europei. La nuova Roma Ma Baldini ha in testa la Roma e qui si torna ad Ancelotti. Martedì, i destini del prossimo direttore generale della Roma e dell'allenatore che non ha mai negato di voler guidare un giorno la squadra giallorossa, si sono incrociati. L'Old Trafford è stato il punto di ritrovo di romanisti del passato e del futuro: Capello, Baldini, Ancelotti e Nela. La partita ha evitato qualsiasi contatto, ma da ieri tutte le strade portano Ancelotti a Roma.
La buonuscita che incasserà dal Chelsea renderà più facile trovare un accordo con il club giallorosso. Non è un cammino agevole, perché Ancelotti aveva posto come condizione la qualificazione in Champions, l'arrivo di cinque campioni e l'ingaggio di Pirlo che guadagna 6 milioni l'anno, ma il fallimento di questa stagione al Chelsea dovrebbe ridurre le pretese. In attesa degli eventi, Ancelotti continua a pensare al Chelsea: «Sono sereno, il mio compito è chiudere nel migliore dei modi la stagione» . Strappo Il problema è che la delusione generale ha contagiato i giocatori e l'esclusione di Drogba, anima dello spogliatoio, è stato l'ultimo strappo. Ancelotti ha però un altro leader pronto ad abbracciarlo. «Un giorno vorrei essere allenato da Ancelotti» , ha detto Totti. Forse quel giorno è arrivato.