DiBenedetto: "Adesso non si può più sbagliare"

04/04/2011 11:02

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - 
Nemmeno il tempo di sbarcare a Miami, che è stato raggiunto dalla notizia della sconfitta. Incredulo, DiBenedetto non si è perso d’animo, rilanciando immediatamente la sfida e parlando già da presidente: «Bisogna dimenticare la partita di questa sera e guardare avanti. Sono convinto che giocando come sanno, i ragazzi saranno in grado di recuperare i sei punti che mancano per la , nostro traguardo fondamentale. Ci sono ancora 7 partite e fortunatamente i risultati delle altre sono stati favorevoli. Ora, però, tocca ai giocatori dimostrare il nostro valore». Una doccia fredda per l’imprenditore statunitense che nemmeno nel suo ultimo giorno in Italia è riuscito a passare inosservato. E pensare che aveva messo la sveglia alle ore 6,15 per raggiungere Roma nel più breve tempo possibile, pensando di scongiurare così sia il traffico del weekend che la morsa dei media. Perché DiBenedetto sabato notte alla fine ha deciso di non tornare nella capitale. Dopo aver trascorso l’intera giornata con il figlio e con alcuni amici dell’Università americana di , ha preferito trasferirsi a Capalbio – meta estiva in gioventù - dove ha cenato e alloggiato. La mattina seguente, quando fuori dall’albergo si cominciavano a intravedere i primi colori dell’alba, con la sua scorta ha raggiunto l’aeroporto di Fiumicino, dove ad attenderlo – con suo grande stupore – c’era un manipolo di irriducibili, fra fotografi e cronisti, pronti a rubargli l’ultima battuta prima della sua partenza alle 9,30, direzione Miami. Ancora una volta, Mr.Thomas ha sorriso, salutando con un cenno della mano, come aveva fatto nei primi giorni del suo soggiorno romano quando uscendo da via Pinciana, sede dello studio Grimaldi (dove si è svolta la trattativa con Unicredit), vedendo quello sciame di motorini che lo seguiva in ogni suo spostamento, si era lasciato andare ad una battuta: «Sembriamo un mostro con la coda».

Ha capito immediatamente come Roma sia molto diversa da Boston. «Mi sento una rock star» ha confidato nel vedere quanta gente gli abbia dato la caccia in questa settimana. Giovedì, dopo aver raggiunto un accordo di massima con Unicredit, ne ha approfittato per concedersi qualche ora da turista. Mentre si spostava in automobile per la à, non voleva credere al fatto che esistessero 5-6 emittenti radiofoniche che quotidianamente si occupassero di e compagni. Nonostante abbia parlato quasi sempre in inglese, capisce l’italiano. Dopo la visita al Roma Club Testaccio, risalendo in macchina si è commosso. A chi gli era vicino, ha riferito come non si aspettasse quella accoglienza: «Questa gente è speciale». Un amore e una passione così forte che lo hanno però privato di un particolare hobby che stavolta non è riuscito a concedersi: quello di passeggiare indisturbato per le vie del centro. Poco male, visto che al suo ritorno in Italia ha già deciso che prenderà un’abitazione proprio nella zona centrale della à o nel quartiere Parioli.Divertito da quanto avesse fatto discutere al suo arrivo il maglione color salmone dei Red Sox, avrebbe voluto soffermarsi in qualche boutique e comprare dei regali per sé e per la famiglia: non ne ha avuto tempo. Ha manifestato una passione per i gemelli d’oro: tutte le sue camicie, poi, sono con il colletto e i polsini rigorosamente bianchi. Secondo DiBenedetto, questa peculiarità, è sinonimo di formalità ed eleganza. Nei suoi giorni romani, l’agenda è stata regolata sempre dalla security che gli ha fatto vedere – tra una visita a San Pietro e Trinità dei Monti - anche lo stadio Flaminio. A dir la verità, se una cosa non gli è piaciuta di Roma, oltre al traffico, è proprio l’impianto sportivo dei fratelli Nervi. Per carità, nessuna voglia di provocare ulteriori polemiche a livello sportivo-istituzionale, ma la sua reazione alla vista dello stadio, si riassume in un eloquente: «What is?». A livello culinario, è ghiotto di rughetta e parmigiano e ha una particolare predilezione per i carciofi alla romana. Non quelli alla giudia, che ritiene un po’ troppo pesanti da digerire. Sempre più leggeri, comunque, dei due gol della di ieri sera.