27/04/2011 10:19
Oggi, dopo otto mesi di trattativa e impegnati con gli ultimi passaggi tecnici ieri la costituzione dal notaio della Holdco col 60% della di Benedetto LLC e il 40%di UniCredit, oggi linvio della caparra con i primi soldi, prossimamente lautorizzazione dellAntitrust e il lancio dellOpa , fa sorridere leggere Milano Finanza con la disponibilità del magnate egiziano Naguib Sawiris a rilevare la Roma nel malaugurato caso saltasse laffare con gli americani. Dovera Sawiris quando di Benedetto presentò la sua offerta vincolante, poi risultata vincente su quelle di Angelucci, di un gruppo francese, di un fondo arabo e di Aabar che non era Aabar? Anzi, dovera la sua proposta quando Rothschild ricevette le 12 manifestazioni di interesse, passaggio obbligato per mettere le mani sulla inquietante due diligence del club? Oggi fa scrivere che sarebbe disposto a mettere sul piatto 130 milioni, ma non è un po tardi? Eppure UniCredit incontrò anche Sawiris, invitandolo a partecipare alla gara, ma lex patron di Wind da quel momento sparì.
Quel colpo basso È stata una gara dura ma trasparente. Cè stato un solo momento poco chiaro, il giorno delle offerte vincolanti, quando, con gli americani già in vantaggio, spuntò dal nulla la proposta Aabar. Per 48 ore, tanto ci volle per avere la smentita ufficiale del fondo di Abu Dhabi, il titolo in Borsa volò (e infatti è in corso unindagine Il coinvolgimento nel progetto di Baldini e Sabatini risale a novembre. Ieri la costituzione della Holdco Consob). Aabar non centrava nulla, ma il suo nome era stato soffiato ai giornali da fonti molto qualificate: una nota società di comunicazione (Pms) e uno studio legale ancora più celebre (Dla Piper). Loperazione mediatica, si sarebbe scoperto poi, era nota pure a UniCredit, che anzi ne aveva sollecitato lesecuzione. Un colpo basso? Solo un incidente di percorso? Comunque è stato lunico di una certa gravità, se si eccettuano le ambiguità mostrate da Rothschild, in teoria arbitro imparziale, in pratica sostenitore di Giampaolo Angelucci. Limprenditore romano ha avuto, finché la situazione è rimasta fluida, pure la simpatia di Rosella Sensi (cui aveva promesso un posto in società), e soprattutto qualche spintarella dalla politica. Ma se oggi siamo qui a raccontare di un club diventato americano, è segno che per la prima volta a Roma non ha deciso il Palazzo. E di questo va dato atto a UniCredit. Del resto, gli appetiti locali saranno saziati in futuro con la costruzione dello stadio. Prima mossa Ieri Gianni Alemanno ne ha parlato ampiamente. Il sindaco ha pure detto che «DiBenedetto dovrà rinforzare la squadra e fare grande la Roma, altrimenti noi ci metteremo di traverso» . Chissà se scherzava. Perché se era serio, non devono averlo ancora convinto né le cifre, né i protagonisti delloperazione. Trentacinque milioni per la ricapitalizzazione gli sembrano pochi? E i quaranta per la campagna acquisti? Eppure, almeno il coinvolgimento datato novembre 2010! di Walter Sabatini e Franco Baldini dovrebbe tranquillizzarlo. Oddio, ancora bisogna capire se il general manager dellInghilterra si libererà a giugno o a ottobre, ma conforta sapere che i due hanno già deciso la prima mossa: rinnovo con ritocco per Mirko Vucinic. 1-continua