Hanno firmato! God Bless As Roma

16/04/2011 12:39

La giornata inizia prestissimo sia per i protagonisti della vicenda (che avevano lavorato giovedì fino a notte fonda) sia per i giornalisti italiani. Una trentina quelli venuti qui per questo giorno storico. Alle 8 del mattino, ora di Boston, sono già tutti lì, al numero 1 di Federal Street, il palazzo nel quale ha sede lo studio legale Bingham, quello designato per l’atto conclusivo della trattativa. Alle 9 arrivano i vertici di Unicredit, Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso, insieme all’avvocato Roberto Cappelli. In un primo momento si pensava che si possa chiudere tutto nel giro di poco, e invece verso le 10.30 (sempre ora di Boston) giunge la comunicazione che si andrà per le lunghe. Intoppi? No, solo una grande mole di carte da controllare per essere certi che il deal, l’accordo, sia perfetto. Che non ci si debba rimettere mano tra qualche mese. E l’attesa cresce. Verso l’ora di pranzo si svolge la conference call a cui partecipano Attilio Zimato e, presidente del Cda di Roma e gli altri due consiglieri Rosella Sensi e Antonio Muto. Per le firme, almeno così risulta a Il Romanista bisogna attendere le 13 (le 19 italiane, appunto). Poi si passa alla stesura del comunicato destinato alla Borsa. Qui comincia la seconda parte dell’attesa. Sembra quasi di star per battere un calcio di rigore, ma con l’arbitro che non fischia mai. Si attiva anche la Security per fare in modo che non entri nessuno e la cosa desta anche la curiosità di qualche americano, ignaro di ciò che sta avvenendo. Si aspetta, qualcuno si spazientisce e poi si calma, le comunicazioni con le redazioni che vedono avvicinarsi l’orario di chiusura dei giornali (nel frattempo in Italia si sono fatte quasi le 22) sono frenetiche. Alle 16 arrivano anche alcune troupe di televisioni americane, cui gli uomini di Open Gate Italia ragguagliano sui dettagli dell’operazione che si sta definendo. Alle 16.45 si comincia ad allestire la sala per la conferenza stampa, entrano proprio le televisioni, quel e americane e la Rai. Poco dopo salgono anche i giornalisti della carta stampata. In totale, 35 persone. La sala scelta, però, si rivela troppo piccola e allora ecco l’ennesimo rinvio, quando sono da poco passate le 17. Ci si sposta dal 35esimo al 13esimo piano.

Le telefonate dall’Italia s’infittiscono ulteriormente, ma c’è ancora da aspettare. Parla Tullio Camiglieri: «Stiamo lavorando come avevamo già detto nei giorni scorsi e crediamo che tra un’ora, un’ora e mezza si possa dire qualcosa di più concreto. Lo slittamento? E’ una situazione complessa ma si stanno limando ancora le ultime cose e si dovrà prima di tutto comunicare tutto alla Consob italiana, ci sono delle regole che vanno rispettate. La comunicazione verrà fatta formalmente dall’As Roma. La Roma passa in mani solide? Sono assolutamente convinto di questo ». Si sistema la sala e sotto i microfoni si vede spuntare una maglietta della Roma. Nella notte, l’annuncio dell’avvenuto accordo. Il modo migliore per festeggiarlo? Le sorelle di James Pallot a preparano una torta a forma di pallone. L’As Roma passa agli americani, che adesso saranno chiamati a dimostrare con i fatti le loro ottime intenzioni.