Pallotta: "I giocatori giallorossi? Alcuni non ci piacciono"

17/04/2011 12:51

 


Mr. Pallotta, come è nata l'idea di tuffarsi in questa avventura?

«Mi ero interessato alla Roma già nel 2008, quando saltò la trattativa con Soros. Poi non diedi seguito all'operazione per via della crisi finanziaria negli Usa. Quando DiBenedetto mi ha illustrato il progetto, non ho avuto esitazioni».



Unicredit ha preteso che lei fosse a Boston, nel giorno della chiusura del deal.


«Ruane, D'Amore ed io siamo membri del comitato esecutivo della nostra società, ma il leader player di questa operazione è DiBenedetto. Tom è un grande manager, sarà lui a prendere le decisioni, ci fidiamo molto. Ci consideriamo quattro amici, siamo cresciuti nella stessa area, andiamo in vacanza insieme, a Fort Myers».



Il vostro obiettivo annunciato è lo scudetto. Entro quando?


«Vogliamo ridare il tricolore a Roma il prima possibile e portare il club ai livelli gloriosi che merita. Tom ed io siamo entrati rispettivamente nei Red Sox e nei Celtics con il medesimo obiettivo: vincere. Loro lo hanno fatto esorcizzando la maledizione di Babe Ruth che durava da 86 anni, noi ci siamo riusciti al quinto anno, come previsto».



Avete le idee chiare su come rafforzare la squadra? Come giudicate il lavoro di Montella?


«Speriamo di formare un team che possa diventare subito campione. Montella non lo conosco personalmente, ma sto osservando il suo lavoro. In tv riesco a vedere tutte le partite della Roma».



Le stelle dei Boston Celtics si chiamano Garnett, Pierce e Allen. Ha già individuato i suoi preferiti in giallorosso?


«Vi siete dimenticati di Rondo, un altro fenomeno. In un team tutti i giocatori sono fondamentali, non mi piace parlare di uno piuttosto che di un altro. Certo, merita un discorso a parte. È altrettanto vero che ci sono degli elementi che non ci piacciono, ma il segreto sta nel non fare nomi».




Il vostro progetto si basa sul rilancio del marchio.


«Roma è un brand incredibile, riconosciuto in tutto il mondo. Una à con tremila anni di storia e conflitti. Abbiamo già ricevuto diverse chiamate da personaggi noti nel calcio statunitense: vogliono coinvolgere la Roma con delle tournée. A Boston, New York e Chicago c'è un grande interesse verso il club giallorosso, con il nostro ingresso l'appeal esploderà. Forse guardo avanti, ma io immagino già un Roma-Liverpool al Fenway Park».




E' al corrente dell'amore folle dei romanisti verso la propria squadra?


«La passione dei supportes dei Red Sox e dei Celtics non si avvicina minimamente a quella dei tifosi giallorossi. So quanto siano "pazzi" i romani, ma sono preparato: voi non sapete quanto sono pazzo io».