03/04/2011 12:00
E questo modo di agire non è nello stile di DiBenedetto. Il leader della cordata a stelle e strisce si è concesso un turno di stop. Un giorno di relax. Ieri era a Bologna con il figlio Thomas. Nel capoluogo emiliano ha incontrato i suoi amici della Johns Hopkins University. Non avrebbe avuto in agenda appuntamenti di lavoro, il grosso è stato fatto nei giorni scorsi. Martedì DiBenedetto ha concluso laccordo con Unicredit per la cessione del club, poi ha incassato il mezzo sì di Baldini e il sì pieno di Sabatini per la new Roma. Lo studio Tonucci, ladvisor che cura da mesi per suo conto gli aspetti contrattuali (e non) delloperazione, sta sistemando tutte le carte in collaborazione con gli studi Grimaldi e Carbonetti, che lavorano per Unicredit. In realtà, per DiBenedetto non sono state ventiquattrore di totale pace. Il suo cellulare ha squillato in continuazione. Comprensibile. La data del 15 aprile, quella in cui la Roma passerà di mano, è ormai vicina. E arrivare il prima possibile alle firme non è solo nei piani della cordata USA. Anche Piazza Cordusio vuole cercare di concludere il procedimento di vendita nei tempi previsti. «Il nostro obiettivo è di chiudere entro metà aprile. Siamo allineati alle aspettative di raggiungere un accordo entro fine marzo. Labbiamo fatto. Siamo sulla strada buona», spiegava ieri lamministratore delegato della banca, Federico Ghizzoni. «Stiamo rispettando ha sottolineato lad - i tempi fissati con gli attuali potenziali acquirenti, rappresentati da Thomas DiBenedetto». Siamo alla stretta finale. Salvo slittamenti, altri dodici giorni e la Roma parlerà americano