Roma, finale al cardiopalma

12/04/2011 11:14

IL MESSAGGERO (R. DIMITO) - 
Conto alla rovescia per la cessione della Roma alla cordata di Thomas DiBenedetto. Gli uomini di Unicredit avrebbero in programma di partire domani per Boston in vista dell’appuntamento per la firma fissato venerdì 15. Ma allo stato non avrebbero ancora ricevuto la prova del rilascio delle garanzie concordate il 29 marzo scorso a Roma nel negoziato fra Paolo Fiorentino e l’imprenditore americano. Le garanzie si riferiscono ai 48 milioni circa della quota parte della DiBenedetto As Roma llc nella newco che dovrebbe comprare la squadra: gli americani avrebbero il 60%, piazza Cordusio il 40%. Nel piano industriale concordato fra i soci è previsto che dopo l’acquisizione del 67% del club, del marchio, dell’intestazione del contratto di leasing su Trigoria e l’opa, la newco si impegni a ricapitalizzare la società calcistica per 80 milioni, in due tempi, di cui circa la metà al più presto. DiBenedetto e gli altri compagni di cordata devono fornire la dimostrazione di possedere poco meno di 50 milioni. E la prova concordata con Unicredit sarebbe l’evidenza della disponibilità dei fondi presso la filiale americana di piazza Cordusio. Questa evidenza ancora non sarebbe stata fornita, potrebbe arrivare oggi.

La garanzia comunque sarebbe l’ultimo, anche se il più significativo tassello mancante al travagliato accordo fra le parti. I contratti di compravendita e il patto parasociale fra americani e Unicredit sarebbero stati a punto la scorsa settimana nel corso di un incontro a New York dell’avvocato Roberto Cappelli con i colleghi dello studio Bingham che assistono la cordata acquirente unitamente all’avvocato Mauro dello di Roma. Cappelli sarebbe rientrato ma si appresterebbe a volare nuovamente dall’altra parte dell’oceano con i banchieri di Unicredit. Non è detto, però, ci sia Fiorentino come il vicedirettore generale della banca ha lasciato intendere venerdì scorso: a proposito della trasferta americana, «l’incontro potrebbe non riguardare me personalmente». Potrebbe quindi partire Piergiorgio Peluso che ha seguito passo passo la trattativa.

Ma c’è di più: quel giorno Fiorentino alla domanda sul possibile coinvolgimento di partner italiani nella newco, come prevedono gli accordi, è stato sibillino: «Prima chiudiamo questa operazione». Una frase che, chi conosce il banchiere napoletano, vero regista del dossier giallorosso sin dai tempi del contenzioso con la famiglia Sensi, sfociato nel lodo arbitrale e quindi nella decisione di affidare a Rothschild l’incarico a vendere il club (luglio 2009), l’ha interpretata in chiave enigmatica. Comunque Unicredit è confidente che alla fine una soluzione si trovi, anche perchè James J. Pallotta, uno dei partner di DiBenedetto, quello ritenuto più solido dal punto di vista finanziario e con credenziali, si sarebbe impegnato a telefono con Fiorentino. In piazza Cordusio si preferisce non prendere in considerazione l’eventualità di un bluff, quello definitivo che costringerebbe la banca a gestire ancora a lungo la Roma coi Sensi.