29/04/2011 11:21
Manchester e Barcellona hanno vinto per due a zero fuori casa, pareggiando anche nel risultato. Gli inglesi fanno gioco dinsieme in profondità, mentre i catalani cercano la profondità in orizzontale ed è questa la loro grande novità. Hanno allenatori seri, intelligenti e amanti della poesia. Hanno soldi e tradizione. Il Barca ha rischiato a Madrid, dove il genio del male (Mourinho) le ha studiate tutte per impedire agli avversari di giocare. Ne avesse avuto lopportunità, avrebbe bucato il pallone o fatto scendere la neve o trasformato il terreno in giungla e i suoi calciatori in marines. Hanno prevalso i buoni ed è un magnifico messaggio lanciato a tutti gli allenatori del mondo: si può vincere esprimendo un buon calcio. Al contrario di quanto si sostiene in Italia: devo vincere, non posso pensare allestetica.
Nel Manchester fanno cose fenomenali Giggs e Van der Sar, il primo (personale Pallone doro) prossimo ai quaranta, laltro addirittura oltre. Letà è quella che dimostri. I fuoriclasse allungano la carriera grazie ad allenamenti personalizzati e disciplina di vita. Succede anche in Italia, dove i migliori hanno superato, vedi il fenomenale Totti, i trentaquattro. Nel Barca fanno cose altrettanto geniali nanetti rapidi ed equilibrati. Si celebra così la rivincita nei confronti di chi ritiene che calcio si possa fare solo con giganti e giovani.
In Italia due società possono puntare sul rinnovamento tattico e tecnico: Il Milan, che da sempre cerca gioco e spettacolo; la Roma, grazie a Liedholm, Eriksson, Zeman e Spalletti, allenatori che hanno fatto crescere culturalmente lambiente giallorosso. Il Milan sa già come sarà il suo futuro; la Roma è un affascinante cantiere, dunque può ancora andare a caccia del bello: giovani, ma non è detto; soprattutto calciatori intelligenti e coinvolti in un progetto che li seduca. I dirigenti saranno tutti di altissimo profilo, tecnico e intellettuale: Baldini a dirigere, Sabatini e Pradè al mercato; Conti tra i giovani; Tempestilli team manager. Montali? Lo vuole la Fiorentina. Pradè, quando Sabatini disse addio a Zamparini, gli offrì un ruolo alla Roma. Ora si ritroveranno: hanno caratteristiche diverse e che bene si amalgamano.